Non è provocazione, solo maleducazione: Fedez bulletto in Rai

Il solito Fedez si prende il palco di Sanremo e lo usa per attaccare il governo. Pensa di provocare ancora, ma fa solo il bullo senza contraddittorio e a spesa di noi contribuenti

Non è provocazione, solo maleducazione: Fedez bulletto in Rai

No, non cadete nell'errore. È troppo facile sputare su un viceministro del governo in carica, regolare i propri conti (sporchi) nelle nostre case (con la tivù pagata da noi) e giocare a fare il sovversivo a suon di rime, parolacce e fotografie strappate. Troppo facile fare il bulletto su un palco vuoto, senza un briciolo di contraddittorio, senza nessuno che possa dirti che stai stonando. Troppo facile usare il Festival di Sanremo (che cliché) per sparare qualche cagata (scusate il termine) e poi fare l'eroe dicendo "mi assumo tutta la responsabilità". Che pena! Quella di Fedez non è stata affatto una provocazione. Macché! È stata soltanto becera maleducazione. Delle più infami, tra l'altro.

Non è la prima volta che succede. Non bisogna andare troppo indietro per dover subire il Fedez-pensiero (?) sulla televisione pubblica. Anno domini 2021, concertone del Primo maggio, festa dei lavoratori. E sul palco Mister Ferragni a sproloquiare. Al tempo se l'era presa con il leghista Andrea Ostellari, reo di non essere d'accordo con il ddl Zan, e più in generale con tutto il partito di Matteo Salvini. In nome della libertà di espressione aveva poi "svelato" pressioni ricevute da viale Mazzini per edulcorare il testo dell'intervento. "Ovviamente da persona libera mi assumo tutta la responsabilità di ciò che dico e faccio - aveva detto due anni fa - il contenuto di questo intervento è stato definito inopportuno dalla vicedirettrice di Raitre". Stessa scena ieri sera. Con quell'inutile e penoso "il testo della canzone non è stato annunciato allo staff della Rai e voglio assumermi la piena responsabilità di questo". Perché, se anche fosse che viale Mazzini non sapeva nulla, lì davanti a lui era ben presente un Amadeus muto come una mummia. E, a casa mia, se non ti opponi, sei come minimo connivente.

Ma torniamo al maleducato Fedez. Il freestyle, ieri sera, è andato in scena dal palco della Costa Smeralda e non da quello dell'Ariston. Non c'è dunque il pubblico a fischiarlo. E lui va a briglia sciolte: se la prende (nell'ordine) con il viceministro ai Trasporti Galeazzo Bignami ("Se va a Sanremo Rosa Chemical scoppia la lite, forse è meglio il viceministro vestito da Hitler") e il ministro per la Famiglia Eugenia Roccella ("Purtroppo l'aborto è un diritto sì, ma non l'ho detto io, l'ha detto un ministro"). Quindi coglie l'occasione ghiotta per regolare i propri conti col Codacons, con cui litiga e va in causa da anni. "A volte anche io sparo cazzate ai quattro venti, ma non lo faccio a spese dei contribuenti, perché a pestarne di merde sono un esperto. Ciao Codacons, guarda come mi diverto". E infine, prima di ridare la linea a Sanremo, strappa la foto del deputato di Fratelli d'Italia.

Un punto, Fedez l'ha centrato in pieno. Eh sì, spara cazzate ai quattro venti. È un maestro in questo, non c'è che dire. Però, non è vero che non lo fa a spese dei contribuenti.

Chi crede che lo paghi il canone Rai per mettere in piedi quel circo mediatico che è il Festival di Sanremo? E, soprattutto, se ha davvero il coraggio di esprimere le proprie idee, perché non sceglie un palco col contraddittorio? Così le persone che lui ama insultare avrebbero la possibilità di rispondergli per le rime. E dimostrargli quello che è davvero: un maleducato senza contenuti.

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