"Hai scelto, Enrico. Ma sappi che stai distruggendo il Pd". Una telefonata di fuoco; l'ultima comunicazione prima dello strappo definitivo. Per contestualizzare il retroscena politico spifferato da Matteo Renzi bisogna riavvolgere il nastro e ritornare all'estate scorsa. Nel pieno della campagna elettorale. A fine luglio, tra il leader di Italia Viva ed Enrico Letta si consumò una frattura divenuta poi insanabile, riguardante proprio la decisione dei dem di creare un'ammucchiata anti-Meloni con tutti. Tranne che con i renziani. Secondo una ricostruzione fatta dal senatore fiorentino ed ex premier, quella lacerazione sarebbe avvenuta a partire da un articolo di Repubblica e da un sondaggio (a quanto pare inesatto) utilizzato per giustificare la linea del Pd.
Il retroscena di Renzi
In una versione aggiornata del proprio libro, Il Mostro, Renzi ha raccontato la propria ricostruzione di quei giorni che avrebbero inciso pesantemente sul prosieguo della campagna elettorale. "La risposta di Letta non arriva da una telefonata o in un incontro ma da un pezzo che apre Repubblica del 22 luglio. Lo firma Stefano Cappellini. È uno di quei pezzi che non sono vere e proprie interviste ma che contengono la reale rappresentazione di ciò che il politico vuol dire o fare davvero (...) Ma quando vedo Cappellini scrivere che Letta vuole tutti tranne Italia Viva lo stupore è pari solo alla voglia di reagire", scrive il leader politico fiorentino, ricordando quella che sarebbe stata la sua reazione idealmente rivolta al segretario dem. Ovvero: "Ti ho detto che ci sono, che ti do una mano, che se ti serve non mi ricandido e tu per tutta risposta mi fai leggere dai quotidiani che fai l'alleanza più aperta possibile ma con un solo veto. Il veto a Italia Viva".
Il sondaggio "sbagliato"
E qui si arriva a un nodo fondamentale del retroscena renziano. La motivazione addotta al veto dei dem riguardava infatti un presunto sondaggio di Pagnoncelli secondo il quale solo l'1% degli elettori del Pd avrebbe voluto fare un accordo con Renzi. "Lo stesso sondaggista mi chiamerà qualche giorno dopo per scusarsi e mettermi a conoscenza del suo disagio: quel sondaggio non diceva ciò che le veline del Pd tiravano fuori per giustificare la nostra esclusione", racconta ancora il leader di Italia Viva. E ancora: "Il giorno dopo l'ufficio stampa del Pd spiega a tutte le altre redazioni che l'articolo di Cappellini, pur in assenza di virgolettati, rispecchia perfettamente il pensiero del segretario Letta".
La telefonata di fuoco con Letta
In un climax ascendente, arriva pian piano il momento della resa dei conti tra i due capi di partito. Ma nell'ideale partita a scacchi elettorale non sarà Renzi a fare la prima mossa. "Io non chiamo Enrico. E non mi faccio vivo. Dico ai miei: calmi. Lasciate fare. Hanno appena firmato il loro suicidio politico. Poi il 23 luglio alle 11.57 Letta mi chiama. Io non sento la sua telefonata su whatsapp. Ci cerchiamo per un paio di volte. Alla fine ci parliamo nel pomeriggio. La telefonata dura meno di cinque minuti. Io non ho nulla da dirgli. Aspetto che parli lui", ricostruisce il senatore fiorentino, svelando poi alcuni stralci di quella conversazione di fuoco. "'Ti volevo dire che nessuna decisione è presa e che l’articolo di Cappellini non è il mio pensiero'. Gli rispondo: 'Ma mi prendi in giro?'. Glielo dico come un fiorentino deve dirlo a un pisano, ma sono frasi che non si possono scrivere in un libro. 'Hai scelto, Enrico. Ma sappi che stai distruggendo il Pd e soprattutto stai dando il governo per cinque anni alla Meloni. Solo per un fatto di rancore personale'".
Lo strappo definitivo
Nella telefonata, stando alla cronaca renziana, Letta avvrebbe addossato le responsabilità alla base dem. "Non ti vuole per gli screzi del passato". Incandescente la risposta dell'ex premier: "La base che non mi vuole per gli screzi del passato è la stessa base cui chiederete di votare Di Maio, magari a Bibbiano. Ma che cosa stai dicendo? Ma per una volta nella tua vita prenditi una responsabilità. Di' che preferisci perdere le elezioni pur di vendicare l’affronto che ritieni di aver subito nel 2014". Lo scontro prosegue. "'Sbagli, non ho niente di personale contro di te'. Mi scappa una risata. Sono in giardino a casa con mia moglie che assiste stupita ma divertita a questo dialogo. 'Ti chiamo nei prossimi giorni', mi dice lui. Sì, certo, come no. È l’ultima telefonata con Letta".
Lo strappo è avvenuto, non c'è più nulla da fare.
Irriverente il commento del leader di Italia Viva: "Immagino che per Letta sarà stata una liberazione. 'Ho fatto fuori Renzi dal Parlamento', avrà pensato. Vendetta è fatta. Finirà che si è fatto fuori da solo".
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