Palermo, il Pd contro il Pd: due indagati per brogli La Borsellino fa già ricorso

Allo Zen la rappresentante di lista di Ferrandelli indagata per brogli. Il Pd vuole la testa del vincitore. E Orlando: "Candidarmi io? Tutto può succedere"

Palermo, il Pd contro il Pd: due indagati per brogli La Borsellino fa già ricorso

Un déjà vu. Gli scontri su probabili brogli alle primarie di Palermo ricorda la baraonda di Napoli che, insieme alla disfatta di Milano, aveva segnato il primo passo nel lento declino di Pier Luigi Bersani alla guida del Partito democratico. Nel capoluogo campano i filmati dei cinesi in coda a votare avevano invalidato la vittoria di Andrea Cozzolino e spinto i vertici di via del Nazareno a sostituirlo con Mario Morcone. Il risultato? Sonoro schiaffo in faccia dai dipietristi che scelsero di correre da soli e vittoria dilagante di Luigi De Magistris a sindaco. Adesso l'imbarazzo torna a scuotere l'establishment democrat. Nel gazebo del quartiere Zen Francesca Trapani, rappresentante di lista di Fabrizio Ferrandelli, vincitore delle primarie del centrosinistra per la candidatura, è indagata dalla procura di Palermo per presunte attività illecite nello svolgimento delle elezioni di domenica scorsa.

Per il momento sono in corso gli accertamenti, ma Rita Borsellino ha già presentato ricorso contestando l’elezione di Ferrandelli. I carabinieri stanno infatti verificando se la Trapani avesse consegnato i certificati elettorali insieme a un euro alle persone che avrebbero poi votato nel seggio allestito nel quartiere Zen. Ieri sono stati ascoltati gli scrutatori del seggio e, nei prossimi giorni, saranno sentiti anche i rappresentanti di lista dei quattro candidati. In base a quanto riferito dai primi testimoni, durante le primarie di domenica scorsa "vi era un clima di tensione e strane manovre con le schede elettorali". E ancora: la Trapani avrebbe avuto decine di certificati elettorali in auto che le erano stati consegnati dagli stessi elettori. Quando il cittadino si presentava, la rappresentante di lista di Ferrandelli consegnava il certificato elettorale e anche l’euro per votare alle primarie. Qualcuno avrebbe anche visto alcune persone che dopo il voto restituivano il certificato alla stessa Trapani.

"Sono totalmente sconcertata. È una vergogna, molti politici non sanno perdere. Io ho fatto tutto alla luce del sole". Cinquant'anni, quattro figli, qualche vecchio precedente penale, la Trapani lavora nell’associazione dello Zen "Donne insieme associate" che si occupa del recupero di minori. Conosce Ferrandelli fin dai tempi della sindacatura di Leoluca Orlando. Il marito Maurizio Sulli, anche lui indagato per i presunti brogli, fa il posteggiatore abusivo. La Trapani ha subito voluto precisare: "Mio marito non ha ricevuto da Ferrandelli né da altri la promessa di un posto di lavoro".

Anche se la commissione dei garanti delle primarie di Palermo decidesse di annullare il voto nel seggio dello Zen Ferrandelli rimarrebbe comunque il vincitore. Insomma, non ci sarebbe alcuna possibilità per Rita Borsellino, candidata sostenuta da Bersani. Certo, il divario tra i due si accorcerebbe ulteriormente, ma Ferrandelli avrebbe ancora trenta voti di scarto. Il deputato del Pd Dario Ginefra ha subito chiesto a Ferrandelli di "fare un passo indietro o altrimenti annullare le consultazioni del capoluogo siciliano". Il fatto è che Orlando già parla di altre situazioni a rischio: dalla Zisa a Piazza Indipendenza, fino a Borgonuovo. Non solo. "Siamo di fronte a un’evidente inquinamento politico del voto", ha poi chiosato senza escludere la possibilità di candidarsi lui stesso.

"Contro di me è in atto la macchina del fango in azione", ha replicato a stretto giro Ferrandelli ribadendo che continuerà per la sua strada e non permetterà a nessuno di tradire il voto dei palermitani. "Orlando dovrebbe rispettare questo risultato - ha poi concluso - capisco che gli bruci ma se vuole c’è posto pure per lui".

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