Il Papa ai nuovi arcivescovi: "La Chiesa non è comunità di perfetti ma di peccatori"

Le parole del Pontefice durante la messa per la festa di San Pietro e Paolo davanti ai nuovi arcivescovi metropoliti appena nominati: "Il male non prevale"

Il Papa ai nuovi arcivescovi: "La Chiesa non è comunità di perfetti ma di peccatori"

"La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell’amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce di Gesù Cristo". Nell’omelia della festa dei Santi Pietro e Paolo, il papa Benedetto XVI ha ricordato che l’autorità di sciogliere e di legare attribuita da Gesù Cristo alla Chiesa consiste nel potere di rimettere i peccati. "Questa grazia, che toglie energia alle forze del caos e del male - ha scandito il Santo Padre - è nel cuore del ministero della Chiesa". Le parole del Vangelo lasciano, infatti trasparire proprio che "il potere di Dio è l’amore, l’amore che irradia la sua luce dal Calvario".

Dopo aver imposto il pallio che testimonia il particolare legame tra la Capitale e le sedi metropolitane a 41 nuovi arcivescovi, Benedetto XVI ha ricordato che la tradizione cristiana da sempre considera i Santi Pietro e Paolo inseparabili, insieme rappresentano tutto il Vangelo di Cristo. "A Roma il loro legame come fratelli nella fede ha acquistato un significato particolare - ha spiegato il Santo Padre - Pietro e Paolo, benchè assai differenti umanamente l’uno dall’altro e malgrado nel loro rapporto non siano mancati conflitti, hanno realizzato un modo nuovo di essere fratelli, vissuto secondo il Vangelo, un modo autentico reso possibile proprio dalla grazia del Vangelo di Cristo operante in loro". Proprio per questo, Benedetto XVI ha voluto ricordare che solo la sequela di Gesù conduce alla nuova fraternità: "Ecco il primo fondamentale messaggio che la solennità odierna consegna a ciascuno di noi".

Dopo aver salutato con grande affetto i delegati inviati dal patriarca Bartolomeo I, il Pontefice ha sottolineato che l'importanza del messaggio del Vangelo si riflette sulla ricerca di quella piena comunione cui anelano il patriarca ecumenico e il vescovo di Roma, come pure tutti i cristiani. "La tradizione iconografica - ha poi osservato - raffigura san Paolo con la spada, e noi sappiamo che questa rappresenta lo strumento con cui egli fu ucciso. Leggendo però gli scritti dell’Apostolo delle genti, scopriamo che l’immagine della spada si riferisce a tutta la sua missione di evangelizzatore". In proposito, il Papa ha citato quanto scrisse l’Apostolo delle genti a Timoteo sentendo avvicinarsi l’epilogo: "Ho combattuto la buona battaglia".

"Non certo - ha commentato - la battaglia di un condottiero, ma quella di un annunciatore della Parola di Dio, fedele a Cristo e alla sua Chiesa, a cui ha dato tutto se stesso. E proprio per questo il Signore gli ha donato la corona di gloria e lo ha posto, insieme con Pietro, quale colonna nell’edificio spirituale della Chiesa".

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