Il Pd va in tilt sul piano di Von del Leyen per il riarmo dell'Unione Europea

La notizia della presentazione del piano Rearm Europe voluto dalla presidente della commissione scuote i dem

Il Pd va in tilt sul piano di Von del Leyen per il riarmo dell'Unione Europea
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La notizia della presentazione del piano Rearm Europe voluto dalla presidente della commissione Ursula Von der Leyen scuote il Pd. Si tratta di una spesa complessiva di 800 miliardi, 650 finanziati oltre i parametri del patto di stabilità, e 150 miliardi come prestito agli Stati.

“Siamo in mano a dei pazzi, dei pazzi!” è il commento rilasciato a caldo da Arturo Scotto non appena arriva in Transatlantico. “Ma io dico, come si fa?”, ripete a un attento Paolo Ciani, vice-capogruppo del Pd alla Camera. Ciani che, intercettato dall'Huffpost, spiega:“Io dico no al riarmo e chiedo soprattutto di smetterla con questa narrazione per cui siamo sull’orlo di una guerra”. Il deputato vicino alla Comunità di Sant'Egidio, poi, annuncia che il prossimo 15 marzo sarà in piazza per l'Europa e commenta: "Qualcuno ha detto che Trump è un bullo e contro i bulli ci vuole la forza. Ma non è questa la via, lo insegniamo anche ai ragazzi”. Anche Scotto appare molto scettico sulla proposta della Von der Leyen che prescinde da una politica estera e una difesa comuni: "Incredibilmente - dice all’Huffpost - regaliamo la parola pace a Trump e ai suoi sodali criptofascisti. Un capolavoro di stupidità”.

Il clima è teso, ma una parte del partito si è già schierata apertamente al fianco della Von der Leyen. Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo ha, infatti, lanciato quasi in contemporanea l’appello per un’Europa “libera e forte, che sappia difendersi", un manifesto di 5 punti che, tra le varie proposte, prevede il superamento del diritto di veto, la difesa comune e il riarmo in deroga ai criteri contabili comunitari. Il primo ad aderire è Alberto Losacco, parlamentare vicino a quel Dario Franceschini che per primo ha sostenuto Schlein e che ieri ha ospitato Paolo Gentiloni nella sua ‘officina democratica'. L'HuffPost si chiede se l'ex ministro della Cultura sia pronto a mollare Schlein e vede nella figura dell'ex premier il federatore ombra del centrosinistra.

Di fronte a un Pd completamente in tilt, interviene la segretaria Elly Schlein per dettare la linea ufficiale: "Quella presentata oggi da Von Der Leyen - dice - non è la strada che serve all'Europa. All'Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse". E, poi, aggiunge: "Il piano Von Der Leyen, a partire dal titolo, punta sul riarmo e non emerge un indirizzo politico chiaro verso la difesa comune. Indica una serie di strumenti che agevolerebbero la spesa nazionale ma senza porre condizioni sui progetti comuni, sull'interoperabilità dei sistemi".

Lorenzo Guerini, presidente del Copasir ed esponente della minoranza interna, sentito dal Quotidiano nazionale, spiega che "non è più rinviabile procedere con risolutezza verso una vera difesa europea. Ora o mai più". E aggiunge: "È necessario farlo per la sicurezza futura dei nostri Paesi e dei nostri cittadini. Mi rendo conto che non sia un argomento molto popolare, ma la verità è questa, piaccia o meno”. Sul fronte completamente opposto si schiera l'ex deputato Andrea Orlando, incaricato oggi dal partito di tenere i rapporti con le imprese e i sindacati:“Nelle parole di Von der Leyen - scrive su X - non solo non c’è l’Europa che vorremmo, ma neppure qualcosa che assomigli ad un sistema di difesa comune”. Orlando considera "pericoloso", "folle" e "velleitario" affidarsi soltanto alla logica delle armi. Ma non solo.

"L’Europa rischia di cercare nelle armi ciò che avrebbe potuto e può trovare nella politica”, sottolinea l'ex ministro che condivide con Goffredo Bettini l'idea di una difesa comune “ma non è quella la vera forza che l’Europa potrà mettere in campo nel breve periodo" e pertanto è necessario avere la "capacità di concorrere a definire un nuovo ordine".

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