Nonostante il copyright sia stato coniato dal sindaco di Firenze Matteo Renzi, la parola "rottamazione" sembra insinuarsi anche tra i vertici del Pdl. Sarebbe proprio questo l’obiettivo dell'ex premier Silvio Berlusconi. Obiettivo fortemente condiviso anche dal segretario Angelino Alfano e da tutti i dirigenti del partito.
Se da una parte Daniela Santanchè (protagonista nei giorni scorsi di un duro botta e risposta con mezzo partito) chiede che il partito se ne vada in soffitta perché è "peggio della Dc", dall'altra lo stato maggiore di via dell'Umiltà ha in mente un piano diverto: procedere sì a una sorta di reset, ma per lavorare al rinnovamento. Per il momento il Cavaliere si è chiamato fuori dal dibattito. Un silenzio, quello dietro cui si è trincerato l’ex capo del governo, che agita i sonni di molti. A prendere la parola è, tuttavia, Gianni Letta, tra i più stretti collaboratori dell’ex premier e considerato da tutti "l’uomo del dialogo" tra il Pdl e tutte le Istituzioni. Poco avvezzo ad intervenire nelle dispute politiche l’ex sottosegretario sceglie l’ironia per esprimere il suo giudizio (negativo) sulle polemiche che tengono banco. "Vi sembro da rottamare io?", ha chiesto con il sorriso davanti ad una platea di giovani che prontamente replicano con un applauso.
Chi invece chiama in causa direttamente Alfano è Giuliano Ferrara. Il direttore del Foglio, quotidiano che pochi giorni fa ha ospitata l’intervista-accusa della Santanchè contro tutto l’establisement del Pdl, si rivolge direttamente al segretario. "Adesso siamo arrivati al punto che anche nel partito serve uno strappo - avverte l’Elefantino - qui o si scioglie il Pdl o qualcuno si deve muovere. E lo strappo stavolta lo deve fare Alfano".
L’ex Guardasigilli non vuole certo sottrarsi alla sfida. "Io non starò fermo - ha messo in chiaro il segretario del Pdl - abbiamo la chiara volontà di voler cambiare il Pdl". Chi vede la situazione con poche speranze di miglioramento è Sandro Bondi che invita tutti i dirigenti ad un gesto estremo "riconsegnare il mandato nella mani di Berlusconi ed Alfano" in modo che siano loro a procedere "nel rinnovamento". Intanto a chiedere che si esca dall’immobilismo è il sindaco di Roma Gianni Alemanno.
"Bisogna mettere in campo un progetto politico e vedere chi ci sta", ha spiegato senza giri di parole il primo cittadino della Capitale che è tornato a condannare quanto detto dalla Santanchè chiedendo di "mettere dei paletti precisi sul comportamento di chi è nel partito".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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