Alfano e Della Valle, l'ora degli idioti

Alfano alle corde la butta in rissa politica, Della Valle in difficoltà lo imita in economia

Alfano e Della Valle, l'ora degli idioti

Mentre si stringono le consultazioni per varare il governo Renzi, è indubbio che la parola della settimana è stata «idioti». L'ha pronunciata per primo Silvio Berlusconi in un comizio a Cagliari riferendosi ad Alfano e ai traditori del Nuovo centrodestra che si ostinano a fare da stampella alla sinistra («sono utili idioti»). Essendo appunto idioti, gli alfaniani si sono offesi. Perché sono pure ignoranti. Quello di Berlusconi, infatti, non era un insulto, ma una dotta citazione storica nientemeno che di Stalin. Il quale definiva «utili idioti» quegli occidentali che, per ingenuità o interesse, si alleavano con l'allora Partito comunista sovietico senza accorgersi di essere da quest'ultimo tenuti in scarsa considerazione e sfruttati cinicamente. Nel 1948 il New York Times usò la suddetta locuzione in un titolo sull'Italia proprio in riferimento a quei partitini tentati da un'alleanza con i comunisti. Ma Alfano, come Schifani, Cicchitto e la De Girolamo, che sull'idiozia come la intendono erroneamente i più hanno la coda di paglia, ieri hanno replicato stizziti: «Berlusconi era circondato da inutili idioti», pensando con quell'«inutili» di fare pure la battuta. Cavolo, Alfano, non puoi cadere così: se uno è inutile, che sia idiota o no, è irrilevante. Lo vuoi capire che è idiota solo chi è utile al nemico? Forse è troppo difficile. Sei proprio un idiota. La prova è che, comunque la si legga o la si giri, l'anello di congiunzione tra gli idioti utili (Nuovo centrodestra, di cui sei fondatore) e quelli inutili (Pdl, di cui eri segretario) sei proprio tu. Ma in settimana c'è stato un altro «utile idiota», parlando alla Stalin: Diego Della Valle che, dando dell'«imbecille» al giovane John Elkann, è riuscito a far diventare umano anche uno che certo non sprizza simpatia da tutti i pori. Sono anni che Della Valle ce la mena contro la tirannia dei vecchi (Geronzi, Bazoli, eccetera). In realtà l'anagrafe non lascia scampo: John è giovane, Della Valle è entrato nel girone degli anziani. L'azienda globale di John funziona (merito di Marchionne), quella di Della Valle scricchiola. Il paragone lo rende acido, invidioso dei successi e dell'età altrui. Cerca di mascherare gli anni portando le camicie con il colletto alzato (neppure i teenager lo fanno più, si vergognano) e decine di braccialetti colorati al polso come manco si vede d'estate sulla spiaggia di Riccione. Elkann, che giovane lo è davvero, non ha bisogno di trucchi. Insultarlo è cosa da vecchi patetici. E chiudo con una autocritica, che è anche un appello ai bravi colleghi che conducono i programmi televisivi ai quali a volte sono invitato. Dobbiamo smetterla di fare da «utili idioti» ai grillini che vogliono apparire in tv ma rifiutano di stare in studio a confrontarsi con gli ospiti in nome di una superiorità razziale. «Mi raccomando, niente contraddittorio», ha ricordato anche ieri Giletti nella sua Arena presentando il grillino in collegamento esterno. Eh no.

Giletti è campione di ascolti, un professionista che ha dimostrato schiena diritta in diretta con un Berlusconi debordante fino al punto da farlo alzare dalla sedia. Lui, noi, io non dovremmo più accettare questa regola da «utili idioti». Non siamo degli Alfano qualsiasi.

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