Il pupillo di Formigoni: non gli ho pagato le ferie

Guarischi in aula nega le tangenti all'ex governatore lombardo: "È l'amico di una vita"

Il pupillo di Formigoni: non gli ho pagato le ferie

Milano - «Alle cene gli uomini pagavano il conto per le signore».

«Lei ha mai pagato una cena a Formigoni?»

«Perché, Formigoni è una donna? No, non gli ho mai pagato una cena».

Per il giorno più difficile del suo processo, Massimo Guarischi ha scelto un ardito principe di Galles a quadri. Ma più del vestito è impegnativa la linea difensiva su cui si attesta, e che ieri deve fare i conti solo con le domande del difensore, ma alla prossima udienza dovrà resistere anche alle contestazioni del pm Claudio Gittardi. Per la Procura, Guarischi incarna uno snodo del marcio nel sistema della sanità a tante facce, il privato e il pubblico, l'eccellenza e le tangenti. Guarischi - un tempo politico, ora consulente e probabilmente lobbista - raccoglieva soldi in cambio di appalti ospedalieri. Secondo la Procura, una parte dei soldi li girava a Roberto Formigoni. Ma nei nove mesi passati in galera, Guarischi non ha confessato. E anche ieri, in aula, ribadisce: «Formigoni è l'amico di una vita». Tutto lì.

A Guarischi, la Procura contesta una abilità sorprendente nel far sì che gli ospedali lombardi ottenessero i finanziamenti per comprare il Vero, un macchinario utile ma assai costoso, venduto dall'azienda della famiglia Lo Presti. Ci riusciva, sostiene il pm, grazie all'asse diretto con Formigoni, col quale poi si sdebitava portandolo in giro per il mondo in vacanze mirabolanti. Le vacanze c'erano, conferma ieri Guarischi: «Ognuno pagava le sue, e se si prendono le barche si divide. Certo, se uno faceva il compleanno magari pagava da bere a tutti, come si fa a Milano. O se vedevo un pezzo di tonno particolare lo compravo per tutti. Ma per il resto, erano vacanze normali».

E in vacanza insieme, spiega, lui e Formigoni ci andavano in quanto amici: «Formigoni è uno dei miei amici più importanti: mi è stato vicino in tanti momenti, siamo amici veri, amici per la vita», dice Guarischi, «ma non ho mai sfruttato questo rapporto per ottenere favori politici». Un rapporto iniziato nel 1985, quando il «Celeste» era al Parlamento europeo, e Guarischi assessore regionale, e proseguito anche quando Guarischi - arrestato e condannato per tangenti - deve lasciare la politica e si reinventa come consulente nel mondo della sanità privata. «Capii che potevo mettere in relazione le mie conoscenze legislative e istituzionali nei vari enti, le mie peculiarità relazionali», dice ieri in aula Guarischi; campava rastrellando e distribuendo stecche, dicono i pm.

«Questi soldi - spiega, quando gli chiedono dei soldi incassati dai produttori del Vero - sono stati utilizzati solo per questioni lecite, per cose che non c'entrano nulla con questa inchiesta».

Con il governatore, dice «ci sono stati incontri, cene, vacanze, potremmo stare qui giorni a raccontare i momenti di vita che ho passato con Formigoni, di cui ho grande stima e non mi vergogno a dirlo». Ma tangenti, zero.

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