Quegli snob contro le "mance"

In Italia ci sono ottomila comuni, il settanta per cento dei quali ha meno di cinquemila abitanti: vedersi finanziato un campo da padel, da calcetto, piuttosto che l'annuale sagra, significa tirare avanti un altro anno

Quegli snob contro le "mance"
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«Manovra, sì tra le scintille», titolavano ieri i giornali nel dare conto dell'approvazione della legge finanziaria. E tra le «scintille» c'è anche il fatto che, secondo le opposizioni, il provvedimento contiene una serie di «mance» a piccoli comuni, ad associazioni di vario titolo. Più che «mance», termine che evoca spreco di soldi e clientelismo, io parlerei di utile manna per chi questo Paese lo manda avanti con i fatti invece che a parole. Mi sorprende che i politici di sinistra non prendano atto che esiste un mondo al di fuori delle ztl delle grandi città, un mondo che sta lottando per sopravvivere. In Italia ci sono ottomila comuni, il settanta per cento dei quali ha meno di cinquemila abitanti. Per ognuno di questi vedersi finanziato un campo da padel, da calcetto, piuttosto che l'annuale sagra con la quale fare cassa tra salamelle e tombolate, significa tirare avanti un altro anno, offrire ai propri pochi abitanti un motivo per non fare le valigie e abbandonare il territorio. Altro che «mance», quelle poche migliaia di euro sono i soldi meglio spesi dell'intera finanziaria e nessuno dovrebbe vergognarsene, tanto meno indignarsi. Io addirittura proporrei una finanziaria ad hoc per distribuire con criterio e serietà soldi al Paese reale, quello in cui i giovani hanno bisogno di biblioteche e piccoli impianti sportivi, gli anziani di bocciofile e luoghi belli dove fare una partita a carte, entrambi momenti di aggregazione. Se solo la politica, ma anche il giornalismo snob, uscisse dalle mura romane piuttosto che dalla cerchia dei Navigli milanese, scoprirebbe che con ventimila euro ben messi si possono risolvere più problemi che con grandi progetti che, per carità, servono all'economia, ma non producono effetti immediati e concreti per la gente comune. Parlare con disprezzo delle «mance» è la negazione della politica.

Tanto tempo fa, quando i parlamentari non erano «paracadutati» dalle segreterie ma espressione della comunità che doveva eleggerli, gli aiuti in finanziaria al proprio territorio erano il metro su cui si misurava la loro bravura e affidabilità, un controllo diretto degli elettori sugli eletti. Poi è andata come è andata, e a occhio non è andata bene se siamo qui a dover giustificare il fatto che la politica aiuta la gente che ha bisogno e che vuole darsi da fare.

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