L'ottavo discorso di Capodanno inizia puntuale alle 20:30 a reti unificate. Mai un presidente aveva parlato così tante volte agli italiani. Napolitano parla di crisi e auspica un 2014 migliore, dal punto di vista economico e sociale, rispetto all'anno che sta per concludersi. Poi, quasi al termine dei suoi venti minuti di discorso, vira sulla politica, attacca chi lo critica e ribadisce le finalità del suo mandato: resterà al Quirinale fino a quando il Paese non sarà uscito dallo stallo istituzionale e politico. Nessun passo indietro, per il momento.
L'inizio del discorso del Presidente è diretto ai cittadini e in particolar modo alle persone in difficoltà economiche. Il Capo dello Stato cita alcune lettere. Missive inviate da uomini e donne che hanno subito la crisi, perdendo il lavoro e finendo ai margini della società. Uomini di sessant'anni, madri di famiglia e giovani studentesse che non riescono a inserirsi nel mercato del lavoro. "In ogni appello trovo stimoli per prospettare, nei limiti dei miei poteri e delle mie possibilità, i forti cambiamenti necessari nella politica, nelle istituzioni, nei rapporti sociali - commenta Napolitano -. Ne traggo anche la convinzione che ci siano grandi riserve di volontà costruttiva e di coraggio su cui contare". Secondo Napolitano "il coraggio degli italiani è in questo momento l'ingrediente decisivo per far scattare nel 2014 quella ripresa di cui l'Italia ha così acuto bisogno. Coraggio di rialzarsi e di risalire la china. Coraggio di intraprendere e innovare come dimostrano creando imprese più donne, più giovani, più immigrati che in passato".
Ma poi non si esenta da qualche stoccata polemica, seppure in tono minore rispetto ai retroscena che circolavano in questi giorni. Nessun riferimento personale ma il passaggio più acceso del discorso è indirizzato a tutti quelli che lo hanno criticato: "Sono attento a considerare ogni critica o riserva, obiettiva e rispettosa, circa il mio operato" ma "non mi lascerò condizionare da campagne calunniose, da ingiurie e minacce". Poi si sente in dovere di rispondere ai molti e trasversali attacchi ricevuti per il suo "iperattivismo" istituzionale: "nessuno può credere alla ridicola storia delle pretese di strapotere personale".
Nessun passo indietro ma torna a parlare di un incarico a termine: "Resterò Presidente fino a quando la situazione del paese e delle istituzioni me lo farà ritenere necessario e possibile e fino a quando le forze me lo consentiranno, fino ad allora e non un giorno di più, e dunque di certo solo per un tempo non lungo". Non molla la poltrona, per ora.
A stretto giro di posta arriva la replica del premier Enrico Letta: "Esprimo totale sintonia con le parole e gli auspici del messaggio del Capo dello Stato. L'Italia che vuole rialzarsi e costruire con opportune e tempestive riforme si riconosce nei toni e nell'orizzonte delineato dal Presidente Napolitano. E noi sappiamo che quest'Italia è maggioritaria e merita di avere le risposte che attende. Faremo per questo la nostra parte senza risparmiarci. Combatteremo con la stessa energia chi esprime, con spirito esclusivamente distruttivo, la volontà di portare al collasso il sistema senza mettere in campo proposte e riforme realmente praticabili". Apprezzamento per l'inquilino del Colle anche da Matteo Renzi: "Lavoro, coraggio, riforme. Senza perdere più tempo. Auguri, caro Presidente, da parte di tutto il Pd".
Su tutt'altra lunghezza d'onda il presidente dei parlamentari di Forza Italia, Renato Brunetta: "Rischio di retorica da Napolitano: la realtà è altra. Con Parlamento delegittimato e governo inadeguato riforme impossibili. Subito al voto".
Gli fa eco Daniela Santanché che ironizza: "Il discorso di Napolitano è deludente: sul suo strapotere, excusatio non petita... Unica nota positiva è che ha fatto intendere che non resterà per molto nella istituzione più costosa d'Italia".
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