Renzi scopre le carte: vuole andare al voto

Attacca Letta e le larghe intese, invoca le elezioni e lancia una sfida al Pdl: "Se andiamo alle urne vi asfaltiamo". Poi: "Berlusconi non va salvato"

Matteo Renzi
Matteo Renzi

Matteo Renzi ha gettato la maschera. Adesso vuole andare alle urne, quanto prima. Basta con Enrico Letta a Palazzo Chgi, basta con le larghe intese, basta con la vecchia politica posto comunista di Guglielmo Epifani. Alla Festa democratica di Milano il primo cittadino di Firenze tira l'ennesimo siluro all'establishment piddino e lancia un'opa alla leadership del partito: "Se andiamo alle elezioni, asfalteremo il Pdl".

"Io non sono né una superstar né un punto di riferimento. Anzi il fatto che io sia uno dei candidati dice quanto siamo messi male". Renzi tiene il comizio finale della festa del Pd milanese in una sala completamente piena. Nonostante il maltempo, oltre duemila persone si sono stipate nel grosso spazio al coperto utilizzato per l’incontro con il sindaco di Firenze. Oltre 500 le persone sedute, moltissime quelle in piedi. "Se c'è qualcuno abituato a salire sul carro per convenienza sappia che noi siamo abituati a farli scendere", avverte l'ex rottamatore spiegando però che le prossime primarie "non sono una rivincita di quelle precedenti". Guarda avanti, punta al congresso nazionale che Epifani fatica a mettere insieme. È in quella sede che il sindaco di Firenze vorrebbe confrontarsi parlando di proposte concrete con Gianni Cuperlo, Giuseppe Civati e Gianni Pittella. "Dobbiamo evitare quello che abbiamo fatto l’altra volta e cioè chiuderci - avverte - dobbiamo essere il partito dell’apertura. Il problema non sono le regole, ma dobbiamo ragionare su che tipo d’Italia vogliamo". Secondo Renzi, se Pier Luigi Bersani ha perso vincendo le elezioni di febbraio, se c'è un governo delle larghe intese, la colpa è tutta del Partito democratico. "In campagna elettorale - continua - abbiamo disquisito di tacchini e giaguari". Tutto da rifare. Finalmente Renzi scopre le carte: non ha più intenzione di stare a guardare. Ora passa all'attacco: vuole le urne, al più presto. E l'unico modo che ha per arrivarci è far saltare il banco, far cadere l'"amico" Letta e sfidare il centrodestra. Poi si vedrà.

Tra il dire e il fare, però, c'è di mezzo Letta, appunto. Col governo delle larghe intese. "Tutte le volte che ho aperto bocca su Enrico il giorno dopo sono arrivate critiche. Questo gioco è letale per il Pd, non nel rapporto Letta-Renzi ma in generale". Eppure anche dalla Festa democratica di Milano, Renzi non risparmia attacchi e critiche a Letta. "Se fa le cose per bene sono il primo a festeggiare, ma se rinvia, rinvia, rinvia, dico: ragazzi, portate a casa qualcosa", spiega invitando il presidente del Consiglio a mettere da parte i dissapori degli ultimi giorni e a considerare "amico non chi gli dà sempre ragione, ma chi gli dà dei consigli". Secondo il sindaco di Firenze, infatti, Il governo che è ormai in carica da aprile dovrebbe occuparsi di "cose concrete". "Non stia dietro a ricatti e minacce - è il consiglio - faccia le cose che ha promesso di fare come la legge elettorale". Sottinteso: bisogna votare a favore della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.

"L’ipotesi di salvarlo non esiste - conclude - se anche qualche furbastro ci provasse, Berlusconi ha una condanna definitiva con l’interdizione". Eppure Renzi dovrebbe saperlo: almeno per il momento, il suo più grande nemico non è certo il leader del Pdl, ma il Pd.

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