Riforma elettorale, Grillo: "La soglia del 42,5% è golpe contro il M5S"

Il comico genovese: "La Ue tace, c'è del marcio a Bruxelles". Schifani: "Facciamo in fretta o grillini all'80%"

Per Beppe Grillo la riforma della legge elettorale a pochi mesi dal voto - e soprattutto il tetto del 42,5% per il premio di maggioranza - è un "colpo di Stato per impedire a tavolino la possibile vittoria del M5S e replicare il Monti bis. Napolitano (che non ci dorme la notte) e i partiti vogliono cambiare in corsa la legge elettorale, un attimo prima della fine della legislatura dopo aver ignorato la questione dal 2006. Quando scappa, scappa". E di fronte a questo golpe "la Ue tace".

"La Commissione Europea per la Democrazia attraverso il Diritto ha sancito nel 2003 che gli elementi fondamentali del diritto elettorale, e in particolare del sistema elettorale, la composizione delle commissioni elettorali e la suddivisione delle circoscrizioni non devono poter essere modificati nell’anno che precede l'elezione, o dovrebbero essere legittimati a livello costituzionale o ad un livello superiore a quello della legge ordinaria", scrive il comico genovese sul suo blog aggiungendo che "c'è del marcio a Bruxelles. Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere"

Per Grillo, inoltre, "i partiti italiani usano la UE come un alibi, alla bisogna, quando serve, come per la Tav in Val di Susa, che in realtà non vuole più nessuno in Europa, oppure la ignorano completamente, come avviene per il falso in bilancio, la legge anti corruzione (che ci viene chiesta dal 1999), il conflitto di interessi, l’elezione di condannati in Parlamento e per tutte le immani porcate per le quali siamo calpesti e derisi".

La paura di Grillo, però, è la stessa (da un altro punto di vista) di Renato Schifani, che oggi ha detto: "Ce la sto mettendo tutta e ce la facciamo, altrimenti Grillo dal 30 va all’80%. Spero che il mio ottimismo a breve si traduca in certezza. Ci sono notevoli margini per pensare che a breve si arrivi ad un’ampia intesa tra le forze parlamentari.

Tra i partiti c’è una fase estremamente delicata e costruttiva. I partiti con grande responsabilità stanno facendo in modo che il provvedimento arrivi in Aula per una riforma condivisa. Oramai i tempi sono brucianti le lancette si devono fermare".

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