Riparte la sfida delle Ong al governo: in mare altre navi. Salpata anche quella di Emergency

Terminata la missione delle tre Ong che hanno sbarcato in Italia oltre 500 migranti, altre navi si sono dirette verso il Mediterraneo centrale

Riparte la sfida delle Ong al governo: in mare altre navi. Salpata anche quella di Emergency

Terminate le missioni delle tre navi Ong che sono sbarcate a Lampedusa, Bari e Salerno, sono iniziate quelle di altre tre navi. La Louise Michel, dopo essere sbarcata a Lampedusa, ha ripreso il mare per tornare in Spagna, così come la Humanity 1. La Geo Barents, invece, si è fermata ad Augusta. Il governo ha dichiarato che la sua linea sugli sbarchi delle Ong non è cambiata ma, anzi, si sta lavorando a un inasprimento delle misure. Nel frattempo, però sono andate in mare altre tre navi delle Ong, delle quali solo una si trova nel Mediterraneo centrale. "La soluzione è fermare le partenze, è difendere i confini dell'Europa. E mi sembra che siano d'accordo anche gli altri, che non vogliono gli sbarchi secondari, non vogliono le redistribuzioni e non vogliono le Ong", ha dichiarato Giorgia Meloni durante la replica al termine del dibattito nell'Aula del Senato sulle comunicazioni in vista della riunione del Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre.

Le Ong proseguono nelle loro provocazioni al governo di Giorgia Meloni. Nelle ultime ore da Genova è partita la nave Life Support, della Ong Emergency, che batte bandiera di Panama. Si sta dirigendo verso sud, costeggiando la costa della Sardegna. Dovrebbe arrivare nel Mediterraneo centrale entro un paio di giorni. La nave è lunga 51.3 metri e larga 12 metri e può arrivare ad accogliere fino a 175 migranti, oltre al personale di bordo. Al momento è una delle più grandi che si trovano in navigazione. A bordo della nave si trova anche un centro medico, dove i migranti vengono sottoposti a un triage sanitario durante il quale ricevono un codice a seconda del quale verranno accompagnati in ambulatorio sul main deck, in osservazione, sulle panche limitrofe o nella zona di accoglienza all'aperto.

La nave Sea-Eye 4, che batte bandiera tedesca, da due giorni sta pattugliando le acque internazionali davanti alla costa libica. Così come hanno fatto le altre navi della Ong, anche la Sea-Eye sta facendo le solite rotte a "bastone", in attesa di intercettare i barchini che partono dalla Libia. Per il momento, non ci sono comunicazioni di operazioni effettuate in mare in questi giorni. La nave si sta muovendo su una linea di circa 20 miglia lineari a una distanza compresa tra 13 e 22 miglia dalle acque territoriali del Paese del nord-Africa.

Da qualche giorno è partita anche la nave Astral, che batte bandiera del Regno Unito, dal porto di Badalona, nei pressi di Barcellona in direzione del Mediterraneo centrale. Per il momento, la nave si trova ferma nel porto di Cagliari a causa delle avverse condizioni meteo ma nei prossimi giorni dovrebbe ripartire per il Mediterraneo centrale.

Astral è una delle navi di Open Arms, che sta preparando anche la sua nave ammiraglia, la Open Arms Uno, che dovrebbe andare in mare entro poche settimane. Tutto questo mentre il governo prepara la stretta, che potrebbe anche tramutarsi in un sequestro delle navi in caso di violazioni delle leggi.

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