"A rischio la tutela della libertà". Michela Murgia sguaina la spada (di cartone) contro Meloni

Da sinistra chiedono alla Meloni di ritirare la querela contro Saviano. E la Murgia torna a difendere l'amico. Ma essere liberi non significa poter insultare senza pagarne le conseguenze

"A rischio la tutela della libertà". Michela Murgia sguaina la spada (di cartone) contro Meloni

Solo pochi giorni fa, Roberto Saviano piagnucolava e si lamentava di non poter contare sulla spalla degli "amici" che non lo avrebbero difeso dagli attacchi della stampa "nemica". Una rimostranza quasi ridicola per lo scrittore, che ha annunciato urbi et orbi di aver annullato le presentazioni del suo ultimo libro per preservare i suoi ospiti dall'odio che verrebbero loro riservato. Roberto Saviano persegue quella narrazione vittimista che ha l'obiettivo di far credere all'opinione pubblica che esiste una struttura che mira a zittire le opposizioni. Peccato che questa narrazione venga portata avanti su qualunque media, dimostrando proprio il contrario. Ma l'appello di Saviano agli amici non è caduto nel vuoto e così ecco che Michela Murgia ha deciso di scendere in campo per difendere l'amico da Giorgia Meloni.

E cos'avrà mai fatto il presidente del Consiglio per far sì che Saviano avesse bisogno di protezione? Giorgia Meloni ha deciso di non ritirare la querela contro Roberto Saviano per la locuzione "bastardi" rivolta a lei e a Matteo Salvini in merito alla questione migranti. Da sinistra chiedono a Giorgia Meloni un passo indietro in quanto lei oggi è presidente del Consiglio e, a detta di Michela Murgia, "è a rischio la tutela della libertà di opinione e di critica politica, che serve proprio a proteggere quelli che sarebbero considerati eccessi se rivolti a qualcuno che politico non è". Oppure, molto semplicemente, da sinistra si sono resi conto che Saviano, quella volta, ha esagerato e il rischio che venga condannato è concreto. E sarebbe un affronto, per loro, trovarsi anche legalmente dalla parte del torno contro Giorgia Meloni: un affronto al loro ego che stanno cercando di evitare in ogni modo.

Lo dimostra anche la supponenza del titolo del pezzo di Michela Murgia per La Stampa, in cui la giornalista sarda sentenzia con perentorietà: "Perché Meloni con Saviano continua a sbagliare". Ma Giorgia Meloni non sembra intenzionata a fare passi indietro sulla sua decisione, rivendicando il diritto di agire contro quella che a suo avviso è stata una diffamazione. La vicenda antecede di molti anni la salita a Palazzo Chigi della leader di Fratelli d'Italia, che non intende concedere alcun tipo di condono. Anche perché la strategia della sinistra è ben nota: se Giorgia Meloni ritirasse la querela, i soliti soloni rossi griderebbero alla vittoria e alla resa del premier, perché impaurita dal giudizio di un tribunale.

Certo, non che andando avanti si otterrebbe (nel caso) una vittoria senza strascichi. È plausibile, infatti, che da sinistra un'eventuale vittoria di Giorgia Meloni verrebbe imputata al suo ruolo e non alla specificità del caso. Che è quello che nel suo articolo ha già anticipato Michela Murgia.

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