Hanno suscitato indignazione le immagini che sono arrivate dall'auditorium della Conciliazione di Roma, dove si tenevano gli Stati Generali della Natalità: il ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella è stata contestata e interrotta da alcuni rappresentanti del movimento transfemminista, che l'hanno de facto censurata. Un atto vergognoso, che arriva da parte di chi va affermando di battersi per i diritti di tutti e per la parità.
Intervenuto sulla vicenda nel salotto di Piazzapulita, Roberto Saviano si è schierato dalla parte dei contestatori. Una presa di posizione che in realtà non stupisce. Evidentemente vengono accusati di censura solo gli esponenti di una certa forma di pensiero, mentre alla fazione opposta tutto è consentito. Lo scrittore campano arriva addirittura ad affermare che quanto compiuto dai rappresentanti del movimento transfemminista è un "atto democratico".
Alla domanda del conduttore Corrado Formigli, che si chiede se non sia un autogol contestare in questo modo qualcuno che sta semplicemente esprimendo un proprio pensiero, Roberto Saviano risponde:"Assolutamente no. È una pratica democratica. È il contrario della censura. Non può esistere un potere censurato. Chi contesta sta esercitando una pratica democratica. Capisco il fastidio della ministra, lo comprendo, ma deve raccogliere questa responsabilità. Quei ragazzi e quelle ragazze stavano difendendo un diritto sistematicamente aggredito". E non finisce qui, perché lo scrittore campagno aggiunge: "Attenzione. Quando la ministra usa la famosa espressione 'purtroppo in Italia...' non è l'espressione di un giornalista, o di un intellettuale. Lei in quel momento sta rappresentando tutti. Questo il passaggio il governo di estrema destra non l'ha ancora capito. Sono ministri anche nostri".
Formigli, però, non è del tutto convinto. "Secondo me impedire a un ministro di parlare è sbagliato. A me piace il confronto dialettico", afferma.
E il confronto dialettico fra le parti, agli Stati Generali della Natalità, non c'è stato.
"La ministra può parlare dove vuole", replica Saviano. "Ma in quel momento bisognava dare un segnale. Perché quello che sta succedendo, cioè l'aggressione alla libertà di poter scegliere, è gravissimo. Non è censura. Se isoliamo questo caso, sembra un atto anche troppo muscolare. Ma lì non c'era lo spazio per creare un dialogo. Io solidarizzo con chi ha contestato e sottolineo che non si può censurare il potere", conclude.
Sarebbe interessante sapere cosa avrebbe detto lo scrittore se al posto di Eugenia Roccella ci fosse stato qualcun altro, magari l'esponente di un filone di pensiero più affine al suo. Del resto lo stesso ministro Roccella era già pronta a certe affermazioni. "Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali - Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc.
-, la 'grande stampa' e la 'stampa militante' che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l'atto di censura che questa mattina mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro", ha infatti scritto su Facebook.
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