Né l’emergenza sicurezza, né il problema rifiuti, né il caos trasporti. La priorità di Roma sembra essere un’altra: la decolonizzazione delle vie del quartiere Africano. Sì, perché l’amministrazione del dem Roberto Gualtieri ha dato il via alla “rivoluzione del linguaggio”: l’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio vuole modificare le didascalie di ventiquattro vie e piazze dell’area situata nel quartiere Trieste. Parliamo di strade che si riferiscono alle guerre coloniali italiane in Eritrea, Libia, Somalia ed Etiopia tra la fine dell’Ottocento e la Seconda guerra mondiale.
Insomma, ecco la nuova grande campagna per Roma: via ogni riferimento coloniale, via tutte le potenziali denominazioni razziste. Alcune vie e piazze del quartiere Africano sono ancora celebrative o ricondotte in moto retorico al lessico colonialista.“Lo abbiamo fatto perché vogliamo riconoscere il sacrificio di tante e tanti e perché Roma è città di pace che merita il giusto tributo” la soddisfazione di Smeriglio.
Ma di cosa si tratta nel dettaglio? Come riporta Il Post, i nuovi nomi si limiteranno a descrivere i titoli per quello che sono. In soldoni: Tripoli non sarà più indicata come “regione della Libia” ma come “capitale della Libia”. L’Eritrea, invece, non sarà più “un antico possedimento italiano sul mar Rosso” ma “uno stato dell’Africa orientale”.
L’iniziativa è legata a un progetto della rete Yekatit 12-19 febbraio, un insieme di collettivi e singole persone che da anni promuove una riflessione collettiva sui crimini commessi dall’Italia nel suo passato colonialista.
Ebbene, nell’ottobre del 2022 la giunta di Roma con la mozione 156 si impegnò a istituzione la Giornata della memoria per le vittime del colonialismo italiano il 19 febbraio e a modificare le targhe di vie e piazze legate al colonialismo. I veri problemi della Capitale possono attendere, presto grazie all’amministrazione Gualtieri ci saranno strade con didascalie meno controverse…- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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