Ma saranno ben affaracci di Facci

La vita privata del giornalista di Libero, già sulla graticola per un articolo sul caso la Russa junior, sbattuta sulle prime pagine dei giornali. Il motivo? Gettare ombre sul governo e sulle sue scelte editoriali in Rai

Ma saranno ben affaracci di Facci
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Ok, l'articolo di Filippo Facci di sabato scorso non è piaciuto. Ha fatto incazzare molti. Ci sta, è nelle cose. Una caduta di stile o, come si è difeso lui stesso, un semplice "passaggio stilistico" fuori luogo. Questione di sensibilità. Anche se è d'obbligo un sospetto. E cioè che tanto casino, in questa estate di surreali polemiche politiche, sia stato montato ad arte dalla sinistra per gettare fango sul giornalista di Libero, in predicato per condurre una striscia prima del Tg2 delle 13, e di rimando sulla gestione "destra" della Rai da parte del governo Meloni. Ci sta, per carità. È il lavoro delle opposizioni. Probabilmente ci saremmo stupiti del contrario. Ma tutto ha un limite. E che diventino notizia le beghe familiari di Facci con la ex moglie, beh, questo travalica il limite. Quello del buongusto. E forse pure quello del buon giornalismo.

Non trovando ulteriori argomenti per fargli la guerra e gridare a quanto sia inopportuno avere uno come lui a viale Mazzini, ecco il fronte progressista impugnare un provvedimento di "ammonimento" per stalking deciso dal questore di Milano sulla base delle dichiarazioni della ex. La notizia, ribattuta giusto questa mattina dalle agenzie sulla base di "fonti qualificate", è stata subito pompata da molti siti online di informazione. Repubblica, in testa. Titolo d'apertura: Filippo Facci denunciato per stalking dall'ex compagna. Stesso copione sulla Stampa. E pure il Corriere della Sera ha cavalcato il caso. Ma è davvero una notizia? O puzza più di becero gossip politico? Non è che, come già per l'articolo dell'altro ieri, stanno volutamente esagerando per ottenere la testa del giornalista?

Non intendo entrare nel menage familiare di Facci, di cui nulla so e nulla voglio sapere. A mio avviso manco era da dare come notizia, quella della decisione del Questore. Non che ritenga sbagliato il provvedimento. Non ho gli elementi per valutarlo né mi interessa averli perché non spetta a me farlo. Di più: non spetta a nessuno di noi. Non ai lettori del Giornale, non a quelli di Repubblica o della Stampa. Sono, appunto, affaracci di Facci e della (ex) consorte. E così sarebbero dovuti rimanere.

Alla sinistra, invece, interessa eccome. Eppure in mattinata Facci, incriminato appunto per una parola di troppo sul caso La Russa junior, ci aveva provato a gettare acqua sul fuoco. "Non riscriverei quella frase", aveva scritto ammettendo che, da giornalista, considera questo scivolone una "sconfitta professionale". "E il mio dispiacere deriva proprio da questo". Ora, come a voler rinfocolare le polemiche, si stanno gettando sulla non-notizia della rissa (verbale, meglio specificare) con la ex. Angelo Bonelli, per esempio, ha già presentato un'interrogazione urgente. E poi le associazioni rosa che fanno di tutta l'erba un fascio: "Misoginia, sessismo, violenza verbale e ora anche una denuncia: c'è quanto basta e anche oltre per chiedere che Facci sia fuori da qualunque progetto Rai".

Quello che scrive o pensa Facci può non piacere.

Ma farlo tacere per questo non è certo un servizio che fanno alle donne vittime di violenza, ma pura e semplice censura. La sinistra gli lasci fare I facci vostri. E impari una volta tanta a farsi gli affaracci propri.

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