"Schlein si è incartata e, ora, paga dazio alle correnti"

Il politologo Lorenzo Castellani commenta le prime settimane di Elly Schlein come segretaria del Pd e le sue difficoltà a gestire un partito ancora dilaniato dalle lotte correntizie

"Schlein si è incartata e, ora, paga dazio alle correnti"

"Il Pd non esiste senza correnti. È il modo in cui funziona quel partito". Il politologo Lorenzo Castellani, intervistato da ilGiornale.it, non usa mezzi termini per commentare l'elezione di due capigruppo fedelissimi di Elly Schlein, Chiara Braga e Francesco Boccia, che ha creato non pochi malumori all'interno del Pd.

La neosegretaria, eletta come 'la novità', si è già incartata con le vecchie logiche correntizie del Pd?

"La Schlein è stata creata dalle correnti, da Franceschini e Orlando in primis e, naturalmente, oggi, è incartata. Lei non si è presa il Pd in maniera usuale, secondo quelle logiche di correnti, ma deve sottostare a quelle logiche come un politico di vecchia maniera, non ha una carica molto innovativa".

Non le sembra che anche la Schlein, ora, debba in qualche modo sdebitarsi con i capicorrente che l'hanno sostenuta durante le primarie?

"Chiaramente ha dovuto pagare dazio a chi l’ha sostenuta, ma dovrà anche trovare un accordo con la minoranza che potrebbe non essere così semplice. L’effetto novità dirompente, quindi, non c’è e la Schlein è costretta a seguire le vecchie logiche. Logiche che non appassionano l’elettorato non iscritto al Pd e che non ha partecipato alle primarie. Logiche che le fanno perdere tempo e la distraggono dall’offerta politica che è tutta da costruire. Più questi tempi si allungano e più si ha l’impressione di una leadership che non è così salda e forte. Dovrà risolvere presto queste questioni per evitare di sembrare un personaggio costruito a tavolino e nelle mani dei capicorrente".

Anche sulla politica estera c’è una lotta tra correnti. Può essere una soluzione quella di affidare il dipartimento di questa materia a un ‘bonacciniano’?

"Può essere una soluzione perché lei ha bisogno di coprirsi ed essere inattaccabile rispetto a una posizione filo-Nato e filoamericana. Su questo viene fortemente incalzata da Conte e, poi, l’elettorato della sinistra su questo tema è abbastanza spaccato. La maggioranza del Pd ha una posizione più pacifista. La Schlein, quindi, è costretta all’ambiguità e il rischio è che, alla fine, gli elettori scelgano la posizione più chiara, ossia quella di Conte. Lei, con un bonacciniano, cerca di coprirsi dagli attacchi di Renzi e Calenda e del centrodestra, però, tutto l’impianto della Schlein sulla politica estera è debole. Lei ha una posizione oscillante che tende a dire tutto e dire niente anche perché, sulla guerra, è difficile avere una posizione moderata perché si rischia di avere discussioni sia dentro il partito sia con gli alleati. Questo mina anche il piano del consenso".

Dal punto di vista comunicativo, la neosegretaria sbaglia a puntare tutto sui diritti civili?

"È un rischio puntare tutto sui diritti civili e questo crea una mobilitazione fondata sull’idea di guerra culturale e di civiltà, ma è anche un modo per rinchiudersi dentro il recinto della solita sinistra metropolitana ZTL. Così come non conviene alla Meloni puntare troppo sull’elemento etico-reazionario nemmeno alla Schlein conviene puntare tutto sui diritti civili. Il pezzo d’Italia che non vota Pd ma che lo valuta come opzione vorrebbe sapere qualcosa sulla politica fiscale, industriale, sulla sicurezza e sull’immigrazione: tutti temi su cui la segretaria non si è espressa ancora in maniera precisa".

Perché, secondo lei, non si è espressa pubblicamente a favore o contro la gpa?

"Non si è espressa perché la gpa è estremamente controversa. C’è un pezzo di elettorato cattolico e di sinistra che su questo tema ha le stesse posizioni della Meloni. Anche Calenda si è schierato contro la gpa e questo mette in difficoltà la Schlein ed è per questo che, all’atto pratico, anche sui diritti civili non riesce ad andare in fondo".

Il tentativo di far passare il governo come colpevole e responsabile della strage di Cutro non sembra aver funzionato. O sbaglio?

"Non ha funzionato più di tanto perché tutti sanno che il governo non può fare più di tanto e ha delle colpe limitate perché gestire dei flussi immensi di migranti, senza particolari aiuti dall’Ue, non è facile. È vero che la Meloni aveva promesso di governare i flussi e ridurre gli arrivi, ma l’elettorato si rende conto della difficoltà di fare da soli. Non funziona, perciò, dire, come ha fatto la sinistra, che bisogna aprire le frontiere e accusare il governo di essere razzista e fascista. È un elemento che non sposta voti".

Il Pd della Schlein ha recuperato cinque punti percentuali nelle ultime settimane. A cosa si deve questa risalita?

“Sono voti che ha recuperato perché il Pd era al minimo storico. L’effetto novità e mobilitazione c’è stato, però, ha solo riportato il Pd più o meno ai livelli in cui era durante il governo Draghi.

Ora tocca vedere se riuscirà a rompere il muro del 20%. Lei punta tutto sul fatto che, in vista delle Europee, la sinistra si mobiliti e vada a votare, mentre la destra resti a casa. Mi pare, però, che da qui a vincere le Politiche la strada sia molto lunga".

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