Non ha ricevuto danni alla carriera, che era comunque al tramonto. Non ha subìto traumi psicologici documentabili. Non ha perso contratti di sponsorizzazione. Non è stato esposto al ludibrio della stampa.
Eppure Bobo Vieri per essere stato spiato dall'Inter viene risarcito con un milione di euro in contanti. Ovvero dieci volte tanto di quel che lo stesso tribunale riconosce alle vittime dei peggiori casi di violenza carnale.
Centomila euro, centocinquantamila se la violentata è minorenne: questo è il «tariffario» che la giustizia milanese applica abitualmente quando si tratta di quantificare il danno inferto all'esistenza di una donna da stupri continuati e ripetuti (per gli episodi singoli il risarcimento è ancora inferiore), tragedie destinate a restare impresse per sempre nella psiche di chi le ha vissute. A Vieri, per avere curiosato nei suoi tabulati telefonici, l'Inter e Telecom dovranno versare un milione.
La cifra era apparsa piuttosto generosa già nell'immediatezza dell'annuncio, l'altro ieri, quando era stato divulgato il dispositivo della sentenza emessa dal giudice Damiano Spera della 10a sezione civile. Ma ieri accadono due cose che costringono a rileggere la notizia più in profondità e con maggiore stupore. La prima è che vengono pubblicate le motivazioni della sentenza, da cui si evince che non c'è traccia di alcun danno nè economico nè di immagine nè mentale subìto da Vieri. La seconda è che la notizia rimbalzata dai giornali e dai siti Internet viene commentata nei corridoi del palazzo di giustizia milanese. E suscita tra gli addetti ai lavori - per usare un eufemismo - robuste perplessità: non per la condanna in sè, ma per l'ammontare della cifra. Un magistrato che conosce bene la vicenda dei dossier Telecom dà voce a questi dubbi: «Un milione di risarcimento a Vieri? Complimenti. Andate a vedere quanto prendono di risarcimento le donne stuprate».
Detto fatto. Si scopre che non esiste, ovviamente, una tabella ufficiale dei risarcimenti cui condannare i violentatori. Esiste però un orientamento costante, seguito dai tribunali penali (prevalentemente la quinta sezione) che a Milano giudicano i casi di stupro. Nei casi meno gravi - quelli che vanno dalle molestie spinte agli stupri occasionali - la vittima deve accontentarsi in genere di qualche decina di migliaia di euro. La soglia dei centomila si supera solo nei casi più brutali e prolungati nel tempo. A centocinquantamila si arriva solo se a venire stuprate sono bambine o ragazzine.
Così diventa difficile capire come si sia arrivati a consolare Bobo Vieri con ben un milione. La privacy del bomber è stata sicuramente violata, a due riprese: prima nel 2000, quando Moratti chiese di sapere qualcosa di più sulla vita privata, diurna e soprattutto notturna, del giocatore, sul cui conto circolavano antipatiche dicerie; la seconda, qualche anno dopo, quando Pirelli volle cautelarsi prima di assumerlo come testimonial. Ma dei danni morali e materiali che Vieri, nella sua citazione, sostiene di avere patito per via dei dossier, il giudice non ha trovato traccia.
Dopo i dossier ha continuato a giocare per Atalanta e Fiorentina, e non è certo per colpa dei dossier se non ha più vestito l'azzurro: «Risulta evidente che l'impossibilità per l'attore di partecipare ai Mondiali di Calcio è derivata esclusivamente dall'infortunio avvenuto in prossimità delle convocazioni (maggio 2006)», scrive il giudice. Quanto ai traumi psicologici, «al test di Rorschach emerge, sì, una condizione depressiva che, però, la psicologa accortamente definisce non primaria, correlabile ad un deficit nella capacità di gestione delle richieste sociali e relazionali.
Condizione che non necessariamente configura un Disturbo dell'Umore; e che, di certo, dipende da fattori personologici e non da questo o quell'evento di vita». Insomma, come ben sanno i cronisti sportivi, Vieri ha un caratteraccio, ma i dossier non c'entrano. E allora perché trattarlo meglio di dieci stuprate?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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