La fine del governo Prodi fa litigare la sinistra. Da una parte c'è Nanni Moretti che, in un'intervista a Repubblica, rimpiange un esecutivo "che era popolare nel Paese e che invece fu costretto a dimettersi perché da sinistra gli tolsero i voti". La colpa? Di Fausto Bertinotti che "in nome dei lavoratori che diceva di rappresentare tolse la fiducia a Prodi e, secondo me, di fatto fece perdere 10 anni a questo Paese".
Dall'altra c'è, appunto, l'ex leader del Partito di Rifondazione Comunista che passa al contrattacco: "Qualche generoso cronista dovrebbe informare il molto saccente Nanni Moretti che la rottura tra Rifondazione Comunista e il governo Prodi è del 1998 e che dopo tale rottura, e prima del ritorno di Berlusconi, vennero i governi di Massimo D’Alema e di Giuliano Amato e che poi, dopo il governo Berlusconi, nel 2006 tornò di nuovo a vincere la coalizione guidata da Romano Prodi". Una frattura così lontana che, ricorda Bertinotti, il partito "ha fatto un gran cammino che gli ha consentito di vivere l’esperienza del movimento altermondialista da Porto Allegre a Genova e oltre. Per parte mia è un esperienza che rivendico: non a tutti è dato di essere autonomi dal potere. Per scelta volontaria ho lasciato il ruolo di direzione politica nel 2008, nel frattempo, da quella rottura era passata una intera storia". E Bertinotti conclude: "Anche chi è eccessivamente affezionato alle sue opinioni potrebbe vedere che non esiste alcun rapporto di causa ed effetto tra i due fatti".
Uno scontro
che divide la rete. In poco tempo Nanni Moretti ha scalato la classifica dei temi più discussi di Twitter, tra chi dà ragione al regista, chi si schiera con Bertinotti e chi bolla la discussione come un "Cat fight tra vecchie zitelle inutili e sorpassate".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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