Soldi dei poveri alle Maldive Per costruire pannelli solari

L'arcipelago delle vacanze d'oro affonda? Un'università di Milano vuole salvarlo con le lampadine "eco". E i soldi ce li mette la Caritas

Soldi dei poveri alle Maldive Per costruire pannelli solari

Riceviamo e pubblichiamo:

Gentile Direttore,

in relazione all’articolo di Franco Battaglia “Soldi dei poveri alle Maldive per costruire pannelli solari” (Il Giornale, 17 gennaio 2013, pagina 16), desideriamo ristabilire la corretta informazione sui seguenti punti.

Il programma “Benefici dall’uso delle rinnovabili” che l’Università di Milano-Bicocca col sostegno finanziario di Caritas Italiana ha avviato alle Maldive sull’isola di Magoodhoo, un’isola abitata da locali che vivono sulla soglia di povertà con un reddito di circa 300 dollari al mese, non utilizza un solo euro di danaro pubblico. Il costo del progetto, 150 mila euro, è coperto da Caritas Italiana che vi ha destinato fondi propri come avviene per molti altri interventi in corso nell’arcipelago e altrove nel mondo.

Il programma è nato con l’obiettivo di diffondere tra gli abitanti la cultura della sostenibilità, soprattutto nei comportamenti pratici e quotidiani. Le Maldive, infatti, non sono solo un ecosistema fragile, strettamente legato allo stato di salute delle barriere coralline che le proteggono dall’azione dell’oceano, ma sono anche un ambiente in cui le attività umane hanno un effetto amplificato: dallo smaltimento dei rifiuti al consumo di acqua tutto ha costi ambientali maggiori che in altri luoghi.

Le tre fasi in cui si articola il programma, avvio di una linea di produzione energetica grazie al sole senza emissioni inquinanti (perché si brucerà meno gasolio acquistato all’estero per far funzionare la centrale locale), impiego di lampadine a basso consumo (funzionali a risparmiare energia) e attività informativa e formativa sulla sostenibilità ambientale sono strettamente integrate. La parte formativa, poi, ha un doppio valore perché i corsi dedicati alla popolazione locale sui comportamenti virtuosi in campo ambientale, coinvolgono i giovani, le donne e soprattutto gli studenti della scuola di Maghoodoo che verranno coinvolti nella realizzazione di video per illustrare l’impatto ambientale con e senza l’impiego delle energie rinnovabili. I video verranno realizzati in inglese e divheli, saranno disponibili sulle principali piattaforme di streaming come YouTube e verranno presentati alle scuole e alle comunità locali, permettendo in questo modo la diffusione delle informazioni alle altre comunità distribuite sulle isole vicine. Le esperienze degli studenti si possono già leggere sul blog Playingwhitsolar.

Alle Maldive l’Università di Milano-Bicocca conduce da tempo ricerche che non si limitano allo studio della barriera corallina ma affrontano problemi molto concreti che riguardano le attività quotidiane degli abitanti del luogo: dallo smaltimento dei rifiuti alle attività di pesca, una delle principali fonti di sostentamento locale, dalla diversificazione delle fonti energetiche all'attività di informazione sugli stili di vita sostenibili. Ci sono poi corsi di studio sugli ambienti marini aperti alle studentesse e agli studenti del posto, un’occasione di incontro e scambio con studenti che arrivano dall’Europa e da altre parti del mondo. L'insieme di queste attività dà un senso anche "sociale" alla presenza di un’Università alle Maldive che nel medio/lungo periodo può essere efficace per favorire processi di diffusione di una cultura dei diritti umani che parta dal basso.

Ufficio stampa Università di Milano-Bicocca

E poi ci lamentiamo che l'università italiana è al 300mo posto nelle classifiche internazionali. Queste classifiche contano quel che contano, ma qualcosa pur conteranno. Pensate, l'università di Milano Bicocca e la Caritas avviano un progetto-pilota in un atollo delle Maldive per installare pannelli fotovoltaici (FV).
Mi chiedo se il Rettore dell'Ateneo è a conoscenza del progetto di cui non si capisce cosa ci sarebbe di pilota, visto che pannelli FV sono stati installati in tutto il mondo, massime in Italia, e hanno dimostrato di essere un colossale, sesquipedale, mostruoso fallimento. In Italia, ad esempio, sono installati 12 gigawatt (GW) FV che, al modesto costo di 70 miliardi di soli impianti, producono 1 GW, tanto quanto un reattore nucleare dal costo di 3 miliardi. E poi ci chiediamo come mai la crisi.

Il governo Monti ha continuato a sovvenzionare il FV con denaro pubblico (ha garantito, Monti, 13 miliardi l'anno) fino alla grid-parity, ha detto il suo ministro. L'inglese purtroppo va di moda anche dove inopportuno, soprattutto per confondere le idee: significa fino a quando il costo del kWh da FV e da fonti tradizionali si uguaglieranno, sì da rendere il primo competitivo sul secondo. A parte il fatto che competitivo non lo sarà mai, neanche se fosse gratis, perché il FV produce quando brilla il sole e non quando chiediamo noi energia, cioè è inutile. A parte ciò, dicevo, quello che sta accadendo è che la grid-parity si sta raggiungendo perché il costo del kWh sta salendo vertiginosamente fino a raggiungere quello da FV.
Ogni anno 13 miliardi al FV: Monti, senza fare alcuna manovra, avrebbe dovuto solo cancellare la parola fotovoltaico dal vocabolario italiano. Ha dimostrato di essere un incompetente di questioni energetiche, come di fatto ogni economista è. E temo che lo sia anche di economia: disse che era venuto, come il Messia, a salvare l'Italia dal baratro economico e - ricordate? - cominciò a prendersela coi tassisti. Come un Bersani qualunque. Delle due una: o Bersani è un genio, un grande economista, senza aver avuto bisogno dei lumi della Bocconi, oppure fate voi.

Altrettanto «geniali» appaiono i promotori del progetto alle Maldive. Pare che siano biologi. I biologi di solito non distinguono il kW dal kWh. Nulla di male, sono bravissimi in genetica, biologia molecolare e cose simili. Sulle questioni energetiche ove quelli della Bicocca si sono presuntuosamente immersi, stanno sperperando il denaro pubblico (nostro) e stanno ingannando gli abitanti dell'atollo che - lamenta il responsabile dell'area internazionale della Caritas italiana - hanno subìto un devastante maremoto.

Soldi per i poveri dirottati in pannelli FV e lampadine farlocche alle Maldive. Chiamano quelle lampadine a basso consumo: ma scusate, se l'elettricità dal sole è gratis (così dite voi), che importanza ha quanto consumano? Temo che la Caritas stia facendo la carità a qualcun altro. In ogni caso, non fa alcuna carità a quelli delle Maldive, ammesso che lì abbiano bisogno della nostra carità.
Vi chiederete come mai alle Maldive accettino la patacca. Che gli stanno vendendo dicendogli che è per evitare che affondino per via del riscaldamento globale. Evidentemente è à la page raccontare frottole su affondamenti e deragliamenti, e presentarsi poi come salvatori. Monti docet.


Il sindaco dell'atollo - che si è detto compiaciuto del progetto, che prevede, nell'ordine (cito dal comunicato-stampa congiunto UniMIB-Caritas), pannelli FV, lampadine a basso consumo, lezioni agli indigeni - auspica un secondo progetto che dovrà dare, dice il sindaco, acqua potabile e sistema fognario. Cominciare da acqua potabile e fogne, no, vero? Forse è una legge di natura: così come ogni villaggio ha il suo scemo, ogni Paese ha da avere il suo Vendola.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica