Staminali, vince la linea della scienza

Diventa legge il decreto che impone la sperimentazione sulle terapie, ma senza abbandonare le famiglie dei malati

RomaRigore e compassione, rispetto delle regole senza deludere le aspettative dei malati. Sull'intricata questione Stamina, con il via libera ad una sperimentazione controllata ma con possibilità di «deroghe», il Parlamento ha saputo trovare l'unica risposta possibile. Questa la convinzione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «La soluzione trovata è equilibrata, rispetta la medicina e le famiglie,- dice la Lorenzin- Il Parlamento ha dato su una vicenda complicata ed emotivamente coinvolgente una prova di rigore, serietà e compassione». Dall'aula di Palazzo Madama è arrivato ieri il sì definitivo al testo, così come era stato modificato dalla Camera. Anche il presidente della Stamina Fundation, Davide Vannoni, dopo un' iniziale resistenza, si è detto disponibile alla sperimentazione con regole più stringenti purché il suo metodo «non venga cambiato». Che cosa succederà adesso? Grazie ai tre milioni stanziati dal governo il primo luglio partirà la sperimentazione del metodo Stamina: «Anche in deroga alle norme vigenti, purché siano rispettate le regole di sicurezza per i pazienti nella produzione di medicinali per le terapie avanzate con cellule staminali mesenchimali». A vigilare sulla procedura, checomunque resta affidata a Vannoni e Stamina Foundation, ci saranno Agenzia nazionale del Farmaco, Istituto Superiore di Sanità, Centro Nazionale Trapianti. Le staminali saranno trattate come «farmaci» e non come «trapianti» e dovranno essere preparate «in conformità alle linee guida» dettate dal regolamento europeo. É istituito un Osservatorio composto da esperti e dalle famiglie coinvolte «con compiti consultivi, di proposta, di monitoraggio, di garanzia, di trasparenza delle informazioni e delle procedure». Perché la Stamina Foundation e le famiglie che volevano subito la terapia ritengono questa soluzione una mezza sconfitta? «Voglio capire il tipo di controllo che il ministero ci permetterà di avere sulle varie fasi -spiega Vannoni- Dovranno essere i medici di Stamina a fare la produzione cellulare, il metodo non può essere cambiato. Questo testo non mette al primo posto i malati ma la burocrazia». Nella sperimentazione potranno entrare al massimo un centinaio di pazienti. Quelli che hanno già iniziato le cure all'ospedale di Brescia, circa 90,potranno continuarle mentre ci sono 600 richieste pendenti di malati che vorrebbero essere sottoposti alla terapia con infusione di staminali. Secondo Vannoni sarebbero addirittura 18.000 i malati che vorrebbero la sua terapia ma non potranno usufruirne. Cifre gonfiate secondo associazioni di malati come l'Aisla, Sclerosi Laterale Amiotrofica, e Famiglie Sma,l'Atrofia Muscolare spinale, che invece chiedono una sperimentazione rigorosa che dia garanzie di sicurezza sulle terapie. Per la comunità scientifica questa sperimentazione è un azzardo perchè, dicono gli esperti, il metodo Stamina non ha alcun presupposto scientifico. Il genetista Bruno Dalla Piccola giudica una buona notizia l'avvio della sperimentazione perché «finalmente si saprà se siamo di fronte ad una scoperta rivoluzionaria oppure ad una falsa terapia, come sospetta la comunità scientifica internazionale». Se i sospetti degli scienziati fossero confermati potrebbe profilarsi una bocciatura per il metodo.

Intanto l'inchiesta della Procura di Torino su Stamina Fundation va avanti. Il magistrato Raffaele Guariniello ha chiesto il rinvio a giudizio di 12 medici, compreso Vannoni, per truffa e somministrazione di farmaci pericolosi.

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