Il Tar sospende il divieto di cannabis light. Il mistero della Salute sarà parte civile

Ieri il Tar del Lazio ha sospeso il decreto che aveva equiparato i prodotti di Cbd a uso orale alle sostanze stupefacenti, oggi la contromossa del governo

Il Tar sospende il divieto di cannabis light. Il mistero della Salute sarà parte civile
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Il ministero della Salute si costituirà in giudizio per far valere le proprie ragioni contro il provvedimento del Tar del Lazio con il quale è stato sospeso, in via cautelare, il decreto del governo dello scorso 7 agosto che aveva equiparato i prodotti di cannabis light a uso orale alle sostanze stupefacenti. Secondo il dicastero guidato da Orazio Schillaci, le ragioni poste a base del ricorso sono prive di fondamento: “In ogni caso il decreto monocratico del Tar non affronta il merito della questione, che sarà esaminato nella prossima udienza davanti al Collegio”.

Come anticipato, i magistrati amministrativi hanno accolto il ricorso presentato lo scorso 3 ottobre dall’associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici), rendendo di nuovo consentito il commercio al pubblico dei prodotti con cannabis light. Il provvedimento del Tar stabilisce l'inefficacia del decreto fino alla camera di consiglio che è stata fissata per il prossimo 24 ottobre. Il decreto del governo prevedeva l'inserimento delle "composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis" nella tabella dei medicinali e, a partire dal 21 settembre, classificava le composizioni di questo tipo come medicinali rendendone complessa la vendita.

"Ci auguriamo che in quella data il Tar confermi la sospensiva di un decreto che colpisce un'intera filiera: dai produttori alla vendita al dettaglio, mettendo a rischio anche posti di lavoro", il commento del presidente dell’Ici, Raffaele Desiante, subito dopo il provvedimento del Tar. Già in passato era stata sospesa l’efficacia del provvedimento in quanto risultavano necessari ulteriori approfondimenti dal punto di vista tecnico-scientifico: “Il ministero ha, però, deciso di comprendere le composizioni nella tabella dei medicinali, senza attendere il parere dell'Istituto superiore di sanità".

Entrando nel dettaglio del ricorso accolto dai giudici, l’Ici definisce "illegittimo" l'atto ministeriale, entrato in vigore dal 20 settembre dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, proprio alla luce del mancato parere dell'Iss che "è richiesto dalla vigente normativa e, già nel 2020 ritenuto necessario dal Ministero della Salute, che aveva sospeso l'inserimento in tabella delle composizioni in attesa di ulteriori approfondimenti scientifici e senza che sia stato chiarito dalle autorità se gli effetti del cannabidiolo varino con la percentuale di utilizzo". Il ricorso contesta inoltre la decisione di ricondurre la cannabis light tra le sostanze stupefacenti o psicotrope, poiché in contrasto con la giurisprudenza comunitaria che “ha escluso che il cannabidiolo possa costituire uno stupefacente ai sensi del diritto europeo e con le posizioni assunte dall'Organizzazione Mondiale della Sanità”.

La sentenza del Tar del Lazio sulla cannabis light ha riacceso il dibattito a livello politico. Perentorio il deputato di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato: "Oggi il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di sospendere il decreto del ministero della Salute del 7 agosto scorso con cui era stato disposto l'inserimento delle 'composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis' nella tabella dei medicinali, contenuta nel Testo unico sugli stupefacenti, vietandone quindi la vendita nei negozi".

Il componente della commissione Affari costituzionali a Montecitorio ha aggiunto: "Questa decisione ci lascia esterrefatti perché è scientificamente provato che anche le droghe cosiddette leggere generano dipendenza e procurano danni fisici per l'aumento, negli anni, dei loro principi attivi. Il governo Meloni non si tirerà indietro e continuerà nel proprio percorso di lotta agli stupefacenti che minano la salute, soprattutto dei nostri giovani. E' nostro dovere tutelarli".

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