La sinistra torna al passato: aumentano le aggressioni in università

Il clima nelle università nei giorni delle elezioni è tesissimo: i collettivi di sinistra tentano di bloccare i gli studenti di destra, non senza violenza

Università La Sapienza
Università La Sapienza
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Le università sembra non abbiano mai superato gli anni Settanta e così, negli atenei, i collettivi comunisti e anarchici, perché hanno fatto un passo oltre l'essere di sinistra, continuano a organizzare picchetti e spedizioni punitive contro i rappresentanti delle liste di destra per le elezioni universitarie. Tra ieri e oggi sono diversi gli episodi che si sono registrati all'università La Sapienza di Roma, dove per altro gli antagonisti rossi non vogliono nemmeno che entrino gli agenti della polizia per ristabilire l'ordine. Il motivo è semplice: gli atenei devono essere luogo esclusivo di propaganda del pensiero di sinistra, possibilmente estremo, senza spazio per altri movimenti. Questo è il loro concetto di democrazia, che non si vergognano a rivendicare, chiedendo che gli atenei mettano alla porta tutti i gruppi che non si riconoscono nelle loro battaglie, nelle loro ideologie e nel loro modus operandi. E per farlo li etichettano tutti come fascisti, costruendo in questo modo una narrazione di parte, che cerca di delegittimare l'altra parte per farsi "amica" l'opinione pubblica.

"L’estremismo di sinistra è presente anche nelle università e con il suo metodo vorrebbe intimidire i giovani di destra", scrive Fratelli d'Italia in un post condiviso sui social, in cui pubblica anche un filmato di questa mattina a La Sapienza, dove si vedono esponenti dei gruppi rossi, non sempre studenti dell'ateneo, tentare di aggredire gli studenti di Azione universitaria impegnati nella classica propaganda elettorale in vista delle elezioni interne. Niente che non sia lecito e autorizzato dal rettorato, al pari di quello che fanno anche i collettivi di sinistra che, però, come in ogni dittatura che si rispetti, pretendono l'esclusività territoriale, senza avversari con cui confrontarsi. Accusano gli avversari di praticare violenza, di intimidire e di utilizzare la forza bruta ma nulla dicono sui loro metodi. "Sono gli studenti antifascisti, organizzati, l'unico argine a questa deriva e che, anche in queste elezioni universitarie, respingono i fascisti mettendo in pratica l'antifascismo", scrivono. In sostanza, l'antifascismo per loro consiste, come si vede nel video, nel lancio di bastoni, tentativi di cariche.

"In una fase di costante instabilità internazionale che si riflette nell'incapacità delle classe dirigenti, da Palazzo Chigi ai Rettorati, la riemersione dei rigurgiti fascisti assume la funzione di cane da guardia affinché in alto possano proseguire le politiche guerrafondaie e di austerità.

Oggi più che mai, di fronte alla barbarie che avanza, dove sempre di più assistiamo ad una militarizzazione delle nostre università e della società, è necessario costruire un'alternativa organizzata, militante e antifascista", scrivono da Cambiare Rotta, che negli ultimi due anni si è imposto come aggregatore dei collettivi e organizzatore delle manifestazioni, talvolta violente, in piazza e nelle università.

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