Vecchioni-Gramellini i soliti moralisti chic con le mani nel sacco

Il cantautore condannato per guida in stato di ebbrezza incolpa uno sciroppo. Il giornalista fa la predica ma poi copia gli articoli

Vecchioni-Gramellini i soliti moralisti chic con le mani nel sacco

Milano - Prima la bufala (forse a sua insaputa, ma guardacaso quando deve uscire il nuovo disco) della sua candidatura al premio Nobel per la letteratura. Adesso Roberto Vecchioni racconta a un giudice, senza convincerlo, che a far schizzare l'etilometro della Polstrada è stato il destrometorfano bromidrato, uno sciroppo per la tosse. E poi Massimo Gramellini beccato dal gruppo Facebook «Buongiorno un c....» ripreso da Dagospia ad aver riciclato un post Fb inviato come lettera alla Stampa di cui è vicedirettore. Ricopiato da Gramellini senza citare l'autrice nel suo Buongiorno, la rubrica cult del buonismo di sinistra che tanto piace ai salotti bene alla Fabio Fazio.
Perché passi per un goccetto di alcol in più, bevuto per giunta nel pieno delle feste di Natale. Ma le bugie (almeno così dice il giudice) proprio no. Quelle sono peccato. Soprattutto se a dirle è quello che per tutti ormai è il Professore. Ma soprattutto un guru riconosciuto e osannato di quella sinistra così portata a predicar bene e razzolare male. E che dire del giornalismo sempre pronto a citare quel ministro dell'Istruzione (donna) che in Germania («lei sì») fu lesta a dimettersi dopo essere stata scoperta con la tesi di dottorato copiata.

Professionisti della doppia morale a buon mercato, quelli che a destra son tutti maiali e invece noi di sinistra siamo tutti anime candide. Che il bene sta tutto a manca e il male tutto a dritta. Perché quelli sono volgari, avidi e soprattutto sempre pronti a mentire. E poi sono borghesi. E pure piccoli piccoli. Bugiardi quando si tratta dei loro sporchi interessi. E allora evviva il nuovo sindaco Giuliano Pisapia, gridava Vecchioni dal palco di piazza Duomo salutando il nuovo messia rosso travestito d'arancione che aveva spazzato via quei grigi figuri di Letizia Moratti e Gabriele Albertini. Un ventennio di centrodestra a Milano (da tanto non vincevano) che a sentir loro avevano devastato la città che nemmeno Attila e i suoi Unni.

Senza metterla giù troppo dura, perché qui alla fine si parla di alcuni (pochi) bicchieri di troppo e di una normale condanna per guida in stato di ebbrezza che a tutti può capitare, l'episodio è però rivelatore. Perché il professor (cantautore) Roberto Vecchioni dopo essere stato trovato positivo all'alcoltest, è stato ora condannato dal tribunale di Brescia a due mesi di arresto, a sei senza patente e a 750 euro di multa. Con sospensione condizionale della pena. Ma ciò non toglie l'immagine dell'etilometro che segna 0,82 g/l, laddove il limite consentito è di 50 e la trasfigurazione: il supereroe che si muta in un comune mortale. La colpa, dice Vecchioni senza timore del ridicolo, è di un comune sciroppo per la tosse preso per difendere le corde vocali dai rigori dell'inverno. Ma il giudice onorario Antonino Spanò e il vice procuratore onorario Matteo Pace non hanno ritenuto provata la ricostruzione. Ora a Vecchioni non resta che l'appello. O l'ammissione di aver mentito. E vedremo cosa dirà Gramellini.

Come giustificherà la debolezza di non aver citato, senza togliere nulla al suo quotidiano raccontino morale, la vera autrice. «Ma stai barando/tu stai gridando/così non vale/è troppo facile così». Luci a san Siro (1971 - Lo Vecchio, Vecchioni).

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