Inutilizzati 200 milioni di fondi Ue

Fa rabbia leggere le cifre circa l’utilizzo, anzi il non utilizzo, dei fondi europei da parte della Regione: negli ultimi tre anni il Lazio si è perso per strada una cifra monstre, 198 milioni di euro. «Un terzo dei 608 milioni a sua disposizione, che l’Unione le aveva assegnato per il periodo 2007-2009, ma che la giunta Marrazzo ha preferito lasciar scadere, rimandare indietro al mittente per dirottarli versi altri territori, probabilmente con amministratori più avveduti. E il conteggio non è ancora completo».
A svelarlo è stato l’eurodeputato Potito Salatto nel corso del convegno l’«Europa per il Lazio», che si è svolto ieri mattina all’hotel Princess e a cui hanno partecipato anche il sindaco Alemanno, Renata Polverini e il candidato al consiglio regionale Pietro Di Paolo. «La beffa - ha aggiunto Salatto - è che ora la Regione rischia seriamente di essere messa in mora da Bruxelles per il suo discutibile operato». Scendendo nei dettagli, per quanto riguarda il Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale, al 31 dicembre 2009 erano stati impegnati in tutto 135 milioni di euro sui 306 disponibili per il triennio 2007-2009. Vale a dire che 171, più della metà, sono andati persi. Quanto ai finanziamenti, non ci riferiamo a categorie di nicchia, trascurabili: ne fanno parte ricerca e innovazione, con sostegno alle piccole e medie imprese, l'ambiente e poi, ciliegina sulla torta, il miglioramento della qualità del trasporto pubblico locale, che nel Lazio è vicino al collasso.
Meglio è andata con le cifre del Fondo sociale europeo che, tra le altre cose, si occupa della formazione e dell’inserimento nel mondo del lavoro di giovani e precari. La Regione, sempre nel periodo di riferimento 2007-2009, ha impiegato 275 milioni su 302. Non perché si voglia guardare sempre il bicchiere mezzo vuoto, ma è innegabile che 27 milioni, non certo briciole, non siano stati sfruttati e avrebbero fatto comodo. Il totale è dunque di 198 milioni non utilizzati, un peccato, che non tiene peraltro conto di un altro fondo europeo, quello agricolo per lo sviluppo rurale, i cui dati saranno noti il 31 dicembre 2010. «Ma per il 2007 e il 2008 - anticipa il consigliere Pietro Di Paolo - di quest’ultimo fondo è stato intercettato solo il 7 per cento dei finanziamenti, mentre il 93 per cento è andato perduto». Insomma, ancora una Caporetto. Per questo motivo Renata Polverini ha proposto di «istituire un coordinamento delle politiche comunitarie che sarà sotto la dipendenza del presidente». «Non continueremo - ha chiosato - a consegnare il rapporto con l’Europa alla burocrazia, visti i risultati». Sulla stessa linea Alemanno: «L’Italia - ha detto - versa all’Unione più di quanto riceve. È un fatto incredibile per un Paese fondatore». Ma c’è addirittura di peggio: passando al setaccio i bandi aperti a soggetti pubblici e privati gestiti direttamente dalla Commissione Europea, la Regione Lazio ha partecipato ad appena 45 progetti su 2.931 complessivi. Una sproporzione che si commenta da sola.
L’attenzione si è poi spostata sul tema della sanità. «Condivido pienamente la tesi di Renata Polverini di accorpare le Asl, ma poi chi le deve gestire? Come accade in Europa - ha proposto Salatto - potremmo utilizzare il meccanismo delle audizioni.

Il candidato va di fronte alla commissione sanità, gli si fanno delle domande e se supera la prova diventa direttore generale». Possibilista la candidata del Pdl: «Ho detto con chiarezza - ha commentato - che le classi dirigenti delle Asl saranno nominate per merito. Quello dell’audizione è un metodo interessante, che valuteremo».

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