Pronti, via, il suo Festival è già iniziato: una battuta dopo l’altra, d’altronde è fatto così.«Stiamo elucubrando qui all’Ariston su che cosa fare». Per lui non sarà poi così difficile scegliere la parte: sarà se stesso, Rocco Papaleo da Lauria Basilicata, debuttante a metà. Ha fatto il cabarettista, il musicista, l’attore, il regista e qui gli tocca esordire da copresentatore. Per parafrasare Monti, il posto fisso lo annoia: e quindi cambia spesso. «Occhio però, io non sono un provocatore». È comunque la scommessa del Festival, il ruolo che non t’aspetti, la cosiddetta mina vagante che peraltro in carriera ha vagato molto, diciamo come un Forrest Gump che ha già attraversato coast to coast il mondo dello spettacolo però non è neanche un po’ stanchino.
A proposito, Rocco Papaleo, che ci fa al Festival il regista di Basilicata coast to coast che ha battuto persino Avatar?
«Ma l’ho battuto solo a casa mia. Quindi sono a Sanremo per estendere i confini del mio impero».
Ricorda sempre di non essersi laureato. Come tesi di laurea vale di più il David di Donatello che ha vinto l’anno scorso. O il Festival?
«Il Festival: vuol dire essere espressione di una volontà popolare. Il David è frutto di una giuria di addetti ai lavori. E io mi sento figlio del popolo».
Infatti l’anno scorso aveva provato a venirci. Ma da cantante.
«E sono stato respinto. Però sono stato rifiutato io, non la mia canzone, Come vivere ».
Stavolta potrebbe cantarla.
«Spero di sì. Mi sento più a mio agio nel respiro breve di una canzone che in una piece a teatro. Anche Basilicatacoasttocoast era costruito come un concept album: un insieme di racconti».
Però adesso è a Sanremo in riva al mare. Non potrà andare coast to coast.
«Finalmente mi riposo un po’, sto stanziale».
La vita all’Ariston?
«Finora ho stretto la mano a tutti. Sono una mosca che si posa dove vuole».
Conserverà anche in scena questa licenza di svolazzare?
«Mi auguro di conservare i nervi saldi. Ma non vedo perché no».
Le polemiche, si sa, agitano molto. Celentano?
«Da qualche parte ho letto: Celentano santo. E allora aggiungo: Morandi chierichetto».
Scherzi a parte.
«Ho conosciuto Celentano l’altra sera a casa sua: mi ha colpito la sua passione».
Il suo compenso?
«E dov’è la sorpresa.L’aveva detto che sarebbe stato dato in beneficienza».
E il suo, Papaleo?
«Non lo darò in beneficenza. Ma mi servirà per comprarmi una casa».
Morandi e Papaleo, coppia inedita.
«Siamo molto meno contrapposti di quel che sembra».
Comici alla Stanlio e Ollio o brillanti alla Lemmon e Matthau? «Diciamo che sul palco saremo Roc e Gian».
Ricordando Ric e Gian.
«Posso dire? Lo ammiro per come mi ha accolto. Siamo come pane e burro forse perché entrambi siamo provinciali fortunati».
Allora duettate? Uno su mille ce la fa sarebbe perfetta.
«Forse è meglio due su mille. Anzi, duecento. Se aumenta la percentuale di chi ce la fa, diminuisce lo spread. A parte le battute, mi piacerebbe duettare in Scende la pioggia , mi mette di buonumore».
A proposito, sarà un Festival senza politica. L’anno scorso Luca e Paolo hanno addirittura ironizzato su Berlusconi e Fini.
«Adesso c’è il governo tecnico.E mica si può fare ironia sull’articolo 18 o sullo spread. Non sono argomenti per una platea così.
Ci vuole una modella come Ivana Mrazova.
«Bellissima.
Pure lei non scherza.
«Ad agosto comincio il nuovo film, Una piccola impresa meridionale. E l’idea mi rilassa: comunque vada Sanremo, ho comunque il futuro assicurato».
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