Kampush, si riapre il caso della bambina sequestrata a Vienna per 10 anni

Un avvocato austriaco ha convinto il ministero a fare nuove indagini: «Possibile il coinvolgimento di una banda di pedofili o di pedopornografi, il mostro di Vienna non può aver fatto tutto da solo. La vittima? Mente, forse perché non ha mai capito nulla. O forse perché ha paura...»

Potrebbe avere avuto dei complici Wolfgang Priklopil, l'uomo che nel '98 sequestrò a Vienna Natasha Kampusch, 10 anni, e la tenne segregata per otto anni, suicidandosi quando questa riuscì a fuggire, nel 2006. È questo il sospetto di un avvocato austriaco, Ludwig Adamovich, a capo di una commissione contro i casi di insabbiamento, che è riuscito a far riaprire l'inchiesta, da lui giudicata insufficiente. Lo scrive oggi il sito del Sunday Times.
Adamovich è un noto avvocato, già alto magistrato, oggi consigliere del presidente e capo di una commissione speciale contro i casi di insabbiamento. Dopo un anno di pressioni, è riuscito a convincere il ministro della Giustizia austriaco a far riaprire una serie di files dell'indagine e a farli riesaminare da due investigatori. L'inchiesta è stata chiusa nel 2007 escludendo che il sequestratore potesse avere complici, ma secondo l'avvocato è stata «deliberatamente inattiva».
Per Adamovich «la teoria che Priklopil abbia agito da solo è difficilmente plausibile e la possibilità di un coinvolgimento di complici o perfino di una banda di pedofili o di pedopornografi non può più essere esclusa».

La Kampusch a suo avviso «non è mai stata adeguatamente interrogata». La ragazza, che ora ha 21 anni, per Adamovich «non ha mai fornito la versione completa», non perchè volesse mentire, ma perchè non era consapevole della presenza di complici o aveva paura.

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