Prima hanno massacrato Ignazio La Russa, che aveva previsto «migrazioni bibliche» dal Nordafrica in rivolta. Poi hanno dirottato lo sberleffo su Roberto Maroni, il quale ha arrischiato una cifra tonda: 50mila fuggiaschi in cerca di asilo politico. Nei primi due mesi di quest’anno a Lampedusa sono già sbarcati 6.300 profughi, un numero superiore di un terzo ai disperati approdati in tutto il 2010. Ma per un vasto fronte di scettici, italiani e stranieri, gli allarmi erano esagerati. I ministri urlacchiavano dati a vanvera per alimentare il panico e coprire le difficoltà del governo. Invece, purtroppo i fatti - e non i bla-bla polemici - danno loro ragione.
Il capofila dell’arciconfraternita dei dubbiosi si chiama Giorgio Napolitano. «Niente vittimismi sui profughi», ha sentenziato il presidente la settimana scorsa durante una visita ufficiale in Germania, cioè la nazione europea più indifferente alla crisi africana. È come se il capo dello Stato si fosse allineato ai severi censori nordeuropei, sempre pronti a bacchettare quei piagnoni che vivono sulle sponde del Mediterraneo.
Il patriota numero uno ha scaricato il governo, etichettando come vittimismi gli allarmi sull’ondata di immigrati che stava per abbattersi sulle coste italiane. Invece che difendere le ragioni dell’Italia, ha sposato quelle di Angela Merkel, tradizionalmente restia a farsi carico delle emergenze altrui. «Il problema non è solo dell’Italia ma dell’Europa intera - ha sentenziato Napolitano -, e può essere affrontato solo con una politica comune che regoli la questione dell’asilo. Le stime sono premature». E gli stessi occhiali da miope indossa Romano Prodi che a Famiglia Cristiana di questa settimana ha dichiarato: «La storia insegna che ci possono essere esodi biblici, anche se attualmente non ne abbiamo avvisaglie o segnali concreti».
Eppure l’allarme più preoccupante era arrivato proprio dall’Europa, dalla sua Agenzia per il controllo delle frontiere Frontex, che ha parlato addirittura di un milione e mezzo di profughi. Uno dei maggiori studiosi italiani di demografia, Massimo Livi Bacci, che è pure senatore del Partito democratico, non si è trincerato dietro convenienze diplomatiche: «Emergenza in Europa se salta il tappo libico», ha dichiarato all’Unità pensando a «un esodo molto più massiccio rispetto alla fuga dalla Tunisia».
Ma proprio da Bruxelles sono partiti anche i primi siluri. Un ministro belga, al Consiglio affari interni, ha ammonito a «evitare cifre demenziali». Un ministro svedese ha invitato ad avere «un atteggiamento più equilibrato» dato che gli sbarchi biblici «non si sono ancora visti». Il portavoce del commissario Malstroem ha fatto capire che per l’Italia sarebbe stata dura ottenere finanziamenti per fronteggiare l’emergenza profughi dopo aver attuato la politica dei respingimenti.
Da noi si è subito schierata con Napolitano la portavoce dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati. «Basta allarmismi, aiutiamo Egitto e Tunisia a riceverli. Sbaglia chi grida all’invasione: dalla Libia non è ancora arrivato nessuno, soltanto seimila tunisini spinti dall’instabilità economica», ha dichiarato qualche giorno fa Laura Boldrini in un’audizione davanti alla Commissione diritti umani del Senato. «È giusto essere pronti all’emergenza ma anche non creare allarme: se ci dovesse essere un’emergenza l’opinione pubblica percepirebbe persone con bisogni umanitari come invasori, e sarebbero rifiutati».
Sullo stesso tenore le dichiarazioni di un tecnico che le emergenze dovrebbe conoscerle bene: è Agostino Miozzo, a lungo numero 2 di Guido Bertolaso alla Protezione civile e ora capo dell’unità anticrisi dell’Unione europea a Bruxelles. «Non ci sarà nessun esodo biblico - è la convinzione di Miozzo -. Il numero dei profughi è sotto controllo, non c’è un esodo massiccio. Tutti gli analisti considerano improbabile un grande flusso verso l’Italia».
Gli idranti dei pompieri che sottovalutano la situazione sono perennemente in azione. Pronti ad attaccare «il governo che grida al lupo» e a ripetere che non esiste nessuna emergenza. L’ultimo è stato il responsabile dei Diritti della segreteria nazionale del Pd, Ettore Martinelli, che in visita a Lampedusa fa sapere: «L’unico problema è l’allarmismo unidirezionale fatto da alcuni membri del governo. L’urlo di richiesta all’Ue è inutile, non si capisce per cosa è stato fatto».
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