L’ingegnere regala quattro chiacchiere

Un banchetto in San Babila per ascoltare la gente

Igor Principe

Il posto è strategico: in piazza San Babila davanti al teatro Nuovo, punto di passaggio ideale per quello che pare uno dei tanti banchetti che chiede di fare un po’ di beneficenza. Ma qui è diverso, perché a dare qualcosa all'avventore è il titolare. Non quattrini, ma qualcosa di ancora più prezioso: il tempo.
A quel banchetto l’avventore trova due orecchie disposte ad ascoltare qualsiasi cosa, dalle considerazioni sui massimi sistemi al prezzo della verdura sempre più alto. Trova, insomma, una persona con cui fare due chiacchiere. Gratis.
Il benefattore è Sergio Napolitano, trentacinque anni, ingegnere esperto di sicurezza bancaria. Come biglietto da visita ha un sorriso sincero. «Sono arrivato a Milano da Pescara nove anni fa, e ho avvertito subito la differenza. I ritmi più lenti della provincia lasciano il tempo per incontrarsi in piazza a parlare del più e del meno». Il problema, a Milano, non riguarda le piazze: anche in un giardino pubblico pieno di gente ciascuno tende a starsene sulle sue, prendendo il sole o leggendo un libro. E se parla con qualcuno, di solito è un amico. «La mia impressione è che si sia persa la capacità di dialogare, e che l'epoca dell'incomunicabilità non sia un luogo comune ma una realtà», prosegue Sergio.

«Milano me l'ha confermato: tutti sempre di corsa, stanchi e con sempre meno voglia di stare ad ascoltare chi invece ha qualcosa da dire». L'anno scorso, quindi, ha preso forma un'idea che ad occhi non più avvezzi alla semplicità pare bizzarra. (...)

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