Franco Ordine
Il cantiere è chiuso. Per ferie, brevissime, due giorni e tornerà a Coverciano. La Nazionale di Marcello Lippi è ancora una entità indefinita. Tre sono le incognite che documentano lo scetticismo delle ultime ore: 1) il lentissimo rilancio di Totti; 2) linefficienza fisica di Zambrotta e Nesta; 3) lo smalto perduto di protagonisti attesi, un nome su tutti, Luca Toni. Troppe per indovinare un mondiale allegro e spensierato, colmo di buon calcio e di qualche sfizioso risultato che pure è alla portata della brigata. Separando i risultati dalle prove, il quadro che se ne ricava non è così allarmante, come i due pareggi guadagnati in Svizzera sembrano garantire. Nei due test è mancata la fantasia, il colpo di genio assoluto, la trovata che spiazza i rivali e scombina gli schemi ma cè una spiegazione convincente al deficit. Manca lartista che può trasformare una noiosa Nazionale in una squadra dalle insospettabili risorse. Manca Francesco Totti. Tornasse quello di Euro 2000, garantirebbe da solo la qualificazione al primo girone e un bel tratto di strada nella fase successiva. E invece, rivisto contro lUcraina nellultima mezzora, ha bisogno di almeno due settimane di lavoro fitto fitto per scaldare i muscoli e trovare lo smalto, il fiato, la voglia di spendersi.
Rimpiazzarlo è un vero rompicapo. Del Piero non ne ha le caratteristiche e fin qui neanche la disponibilità a incarnarne, in qualche modo, il talento da suggeritore. In passato, contro Olanda e Germania, due amichevoli stravinte dagli azzurri, Totti rimase a guardare ma il gol arrivò puntuale, garantito da quei due specialisti che sono Toni e Gilardino, assistiti da un Camoranesi in gran spolvero. È forse questo lultimo tentativo da realizzare: disegnare una squadra che affidi a Pirlo il compito di dettare i tempi del gioco e porti più avanti Camoranesi, a destra, per ottenere dai suoi guizzi ciò che Del Piero non riesce a generare. La seconda incognita è affidata alla esclusiva competenza di medici e fisioterapisti: qui bisogna tagliare il nodo sul conto di Zambrotta e accompagnare Nesta verso un recupero totale, meno schizofrenico, stop and go. Averli o no, non è questione di poco conto: significa perdere o recuperare una corazza di cemento armato.
Gilardino ha già timbrato il cartellino del gol, Toni è rimasto a secco, macchinoso. Non è il caso di sfidare oltre misura il responso del prato: se il centravanti in rotta con la Fiorentina e con in testa il trasferimento allInter, restasse al di sotto del suo rendimento canonico sarebbe bene fare scelte coraggiose. Inzaghi può risultare il castiga-Ghana, sembra fatto apposta per stanare le disattenzioni difensive degli africani. Al resto, hanno provveduto Lippi e il suo silenzioso staff.
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