Bin Laden è stato ucciso. I ragazzi americani sono scesi in piazza a festeggiare, e noi ci uniamo a loro. Oggi siamo tutti americani, come lo siamo stati quell’11 settembre di dieci anni fa. Osama aveva dichiarato guerra a noi, ai nostri figli e alla nostra civiltà. Una guerra vigliacca e fanatica, combattuta contro civili inermi in nome e per conto di un islam che in tutto questo tempo non si è dissociato con la dovuta forza e sincerità. Chi dichiara guerra deve mettere in conto che può arrivare la battaglia in cui si muore. Quel giorno è arrivato. Brindiamo, senza ipocrisie e moralismi, nessuna pietà per chi ci vuole annientare colpendoci alle spalle.
Abbiamo tolto di mezzo un simbolo, non il nemico. La prova è che nei Paesi musulmani nessuno festeggia. Il silenzio della comunità islamica italiana è addirittura assordante. La verità è che per loro è un giorno triste, anche se non possono dirlo. Non mi meraviglierei se nel segreto delle moschee e delle loro case pregassero per l’anima dell’illustre scomparso e invocassero su di noi e sulle nostre città la vendetta di Allah. Gli esperti dicono che Al Qaida è finita, che Bin Laden non contava più nulla. Sarà, mi fido di più di Oriana Fallaci che, inascoltata e derisa, lanciò forte l’allarme sulla Guerra Santa contro l’Occidente e la cristianità. La combatteranno a oltranza, aveva detto la scrittrice,con le bombe e con l’invasione silenziosa mascherata. Hanno alleati, più o meno inconsapevoli, anche nelle nostre città.
Ogni clandestino non rimpatriato, ogni crocifisso tolto, ogni occupazione di case non contrastata, ogni moschea non autorizzata, insomma, ogni concessione buonista che scavalca legalità e buon senso, è un piacere che abbiamo fatto a Bin Laden e alla sua causa. Scommetto che già oggi i soliti intellettuali e giornalisti inizieranno a seminare dubbi sul blitz americano in Pakistan. Come facevano a sapere che Bin Laden era in quel covo?Chi l’ha ucciso?Dove è il suo corpo? E via dicendo. A tutte queste domande c’è soltanto una risposta: e chi se ne frega. È andata come è andata, la cosa che conta è soltanto il risultato. I morti innocenti di New York, Madrid, Londra, Sharm sono stati vendicati. Sì, vendicati è la parola giusta.Non saremmo stati una civiltà degna se avessimo lasciato impunito lo stragismo islamico.
Ringraziamo Obama e l’America che hanno cercato con pazienza e caparbietà la possibilità e il momento di colpire. L’hanno fatto per loro ma anche per noi, Occidente tutto. A differenza dell’Europa, quello è un Paese pieno di errori e contraddizioni, ma un Paese. Sanno che ci si può anche dividere, ma non sempre e su tutto. Da quelle parti conta più la bandiera di chi vince le elezioni.
Qui in Italia invece c’è chi vuole fare cadere il governo su un delicato tema di politica internazionale ( leggi Libia), mentre i nostri soldati-piloti rischiano nei cieli di Tripoli. Certi pacifisti si meriterebbero Bin Laden vivo e vegeto a vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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