La lettera di Veronica non piace agli italiani

Per il 55% degli intervistati la moglie dell’ex premier non doveva rendere pubblico il suo sfogo

La lettera di Veronica non piace agli italiani

da Milano

Calma. Apparente o no, non è più materiale da vetrina il pubblico scambio di lettere tra Silvio Berlusconi e sua moglie Veronica Lario. «È tutto rientrato, è tutto tornato alla normalità, vista dall'esterno, quella di oggi - ieri - è una giornata normale, del tutto simile a tante altre in cui Berlusconi è venuto a trovare la sua famiglia». Le parole sono della segretaria della signora Veronica e arrivano all’indomani della cena nella residenza di Macherio tra l'ex premier, la moglie e i figli Barbara e Luigi. Ieri mattina, ha aggiunto la segretaria, Berlusconi «ha lavorato come al solito ed è ripartito per impegni solo dopo pranzo. È andato tutto come sempre». Sipario.
Ma gli italiani dopo essersi bevuti tutto d’un fiato il primo e difficilmente battibile (per audience mediatica) feuilleton dell’anno (Repubblica esaurita, share eccezionali per i tg, benino i talk show dove Vespa ha battuto Mentana per 23,86% a 17,67 punti di share) hanno bocciato l’uscita pubblica di Veronica Berlusconi: non doveva mandare quella lettera alla Repubblica. È il vecchio adagio dei panni sporchi da lavarsi in casa che strapazza il modello reality. A sondare gli umori è proprio il giornale diretto da Ezio Mauro, che del botta e risposta tra Silvio Berlusconi e sua moglie è stato la grancassa: chi sta con l’ex premier e chi con Veronica? Un sondaggio sul sito e, oplà, il gioco è fatto.
Mille le persone intervistate al telefono: il 55% non ha gradito la richiesta pubblica di pubbliche scuse. Disaggregando il dato per colore politico si vede che il 62% dei «Veronica ha sbagliato» vota nel centrodestra, il 47% nel centrosinistra. «Tendenza Veronica» invece fa centro per il 33% del campione degli intervistati: che per il 45% voterebbe l’Unione e per il 31% la Casa delle libertà.
I sondaggiati poi non credono al secondo livello di lettura di uno sfogo così assordante. Per il 50% la lettera della signora Berlusconi risponde solo ad esigenze private, solo il 33% ci vede invece un intento politico. Una maligna minoranza così divisa se si votasse oggi: il 44% con il centrosinistra, il 25% con il centrodestra. L’eventualità che quella richiesta di pubbliche scuse nasconda un primo passo verso la discesa in campo della signora Lario vola anche Oltreoceano e plana in Uruguay, a Montevideo, dove si trova in missione il presidente della Camera Fausto Bertinotti. «Quello scambio di lettere come un preludio a un impegno politico? Non capisco perché si debba temere se questa signora decidesse di fare una scelta simile. Non mi pare alle viste, in ogni caso è una scelta sua su cui nessuno può pronunciarsi».


Se Bertinotti archivia così il caso e il quotidiano inglese Times si diverte (oddio, è humour inglese, mica cabaret) riscrivendo il confronto epistolare con i toni da «matrimonio all’italiana», il sito Dagospia lancia l’ipotesi che sia stata proprio la penna di Ezio Mauro a levigare la lettera della signora Berlusconi. Come a dire: fatti privati e repubbliche virtù.

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