«LIBERO», UNO SCHERZO DI PROGRAMMA

Ancora scherzi telefonici? Di nuovo le pernacchie in cornetta, all'alba del 2007? E le case da vendere che non esistono? E le bellone che ansimano dall'altro capo del filo fingendo disponibilità erotica? Ebbene sì, è ritornato Libero (lunedì su Raidue, ore 21), e se c'è una trasmissione che trasmette più di altre la malinconia di una televisione avvitata su se stessa, incapace di soffiare l'alito di un'idea che non sappia di patetica rimasticatura, è proprio questa condotta ora dal cabarettista napoletano Alessandro Siani. Al quale è stata servita la classica polpetta avvelenata, ammesso che non se la sia andata a cercare lui stesso e in quel caso ben gli sta, in quanto Libero era il classico programma da «toccata e fuga», buono per una stagione grazie all'effetto sorpresa e anche all'atteggiamento sfrontatamente guascone di Teo Mammucari, con l'aggiunta di una Flavia Vento «sottovetro» giusto per creare qualche polemica gonfia-audience. Ma ora, di stagione in stagione, Libero è diventato uno spettacolo deprimente, in cui per far parlare un po' di sé si gioca con la morte di Funari, comunicandola ovviamente «per scherzo» a Mara Venier. E poi si aspetta la polemicona sui giornali, e magari la presa di posizione del Moige o di qualche associazione dei genitori indignati perché non si ha rispetto nemmeno della morte, e se poi però non arrivasse nemmeno l'eco di una polemicuzza da quattro soldi, di una critichetta di routine sai la delusione, dopo tanto spremersi le meningi per escogitare una «trovata ad effetto». Perlomeno, nella sua prima stagione, Libero poteva permettersi qualche scherzo telefonico che aveva il sapore della novità, ora le poche telefonate tentate sono talmente prevedibili che ci si aspetta che dall'altro capo del filo il malcapitato di turno risponda subito: ancora voi di Libero? Ma quand'è che la smettete? Autori e conduttori se lo devono essere posto, un problema del genere, e per ovviarvi hanno allora deciso di aumentare la schiera di «guest star» disposte con il loro gettone di presenza a rianimare la salma del programma. Ecco allora arrivare in soccorso Cucuzza, Funari, Roberto Da Crema, Flavio Insinna (tu quoque, a farti tirare dentro questo autentico «pacco»?), Carmen Russo, Tiberio Timperi, Pietro Taricone, Nino Frassica, quasi tutti con un programma presente o futuro o una fiction da pubblicizzare, tanto per far capire che Libero serve ormai solo a questo, e non certo a divertire gli spettatori.

Dimenticavamo di dire che al posto di Flavia Vento sotto vetro c'è ora la testa di un uomo di colore che spunta da sopra il tavolo. Volenteroso il tentativo di creare un ulteriore motivo di polemica con quest'altra «idea». Ma è ancora più difficile che qualcuno abbocchi.

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