Quanto è difficile essere donna. Quanto è difficile essere donna in un mondo troppo spesso ottuso e ancora estremamente sessista, in mezzo a certi uomini che credono che una scollatura sia sinonimo di disponibilità, un semaforo verde che li autorizza ad avances spinte. In mezzo a certi uomini che abusano del loro potere e della loro posizione. E quanto è difficile fare sentire la propria voce. Una voce che, tuttavia, ieri ha trovato la forza di alzarsi vigorosa dal red carpet dei Golden Globes 2018, dove le attrici, ma anche gli attori, hanno scelto di vestirsi di nero in segno di protesta.
Una protesta corale, rispettosa e pacifica contro ogni forma di molestia sul lavoro. Una protesta che si è schierata a sostegno del movimento Time's up, nato a seguito delle vicende emerse con lo scandalo Wenstein, che ha tristemente viste protagoniste, nel ruolo di vittime, molte delle star presenti. Una protesta gentile che si è impegnata a combattere le brutture della violenza di genere con la bellezza di look straordinariamente sofisticati ed eleganti.
L'onnipresenza del nero su questo primo red carpet dell'anno non è stata sinonimo di monotonia e banalità. Anzi. Le celebrities, perdendo l'asso del colore, si sono trovate a sperimentare dei look che riuscissero comunque a non passare inosservati nel mare magnum del total black, rispettando in maniera sobria e decorosa il dress code, senza avere tuttavia paura di osare con trasparenze e scollature, quasi a volere ribadire il loro diritto a poterle indossare senza riserve. Senza che qualcuno si senta legittimato ad usare loro violenza.
Il risultato è un red carpet estremamente elegante – caratteristica, del resto, insita in questo colore non colore -, che ha visto protagoniste creazioni che puntano sulla bellezza di materiali pregiati, sulla perfezione di certe rifiniture, di dettagli preziosi, di ricami raffinati, di tagli e silhouette particolari.
Margot Robbie, per esempio, ha indossato un abito di Gucci, in raso nero con profondo scollo a V e ricami di cristalli argento, così come Dakota Johnson che ha optato per una creazione senza spalline, in velluto nero, impreziosita da inserti in organza e cintura con fibbia in cristalli Swarovski. Molto vaporoso, invece, l'abito sfoggiato da Kendall Jenner (che non è tuttavia riuscito a distogliere l'attenzione dei maligni, concentrata su quel minimo di acne sul viso della bella modella), con dettagli trasparenti e bordato di piume quello di Angelina Jolie, in organza e con corpino ricamato di cristalli e paillettes la creazione indossata da Nicole Kidman, vincitrice del premio come Miglior attrice in una miniserie o film per la televisione, solo per citare alcuni fra gli abiti più belli che hanno dato lustro al tappeto rosso della 75esima edizione dei Golden Globes.
In mezzo a questo commovente esempio di unione, solidarietà femminile e forza, c'è stata tuttavia qualche eccezione. La modella tedesca Barbara Meier, l’attrice Blanca Blanco e Meher Tatna, presidentessa della Hollywood Foreign Press Association, hanno scelto di non onorare il dress code, suscitando prevedibili polemiche. “Mia madre e io abbiamo pensato a questo outfit insieme qualche mese fa, per una ragione culturale. Nel corso di una celebrazione, in India, non indossiamo il nero. Si sarebbe sconcertata se avessi dovuto vestirmi di nero”, si è difesa Meher Tatna, che ha comunque indossato la spilla di Time’s Up. Più polemica invece, la risposta di Barbara Meier che sul suo account Instagram scrive: “Time’s Up è un’iniziativa estremamente importante. Tuttavia, ho deciso di non indossare un abito nero.
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