Poche cose come i sapori ed i profumi dell'infanzia sono tanto efficaci quando vuoi tornare ad un momento speciale successo tanti anni fa. Senza stare a scomodare Proust e le mitiche madeleines della sua "Recherche", a volte basta niente per ricordare perfettamente cose che pensavi di aver dimenticato. Specialmente in un posto sempre uguale a sé stesso come la Toscana, ti aspetteresti di poter sempre ritrovare quei lontani sapori d'infanzia. A volte, purtroppo, le cose vanno in maniera molto diversa.
Qualche anno fa, quando vivevo a Londra, mi tornò in mente una ricetta particolare che mia nonna ci cucinava ogni tanto. Appena ebbi tempo di una toccata e fuga a casa, chiesi a mia madre se poteva cucinarmi quel piatto speciale. La sua risposta mi lasciò basito: "non posso, è vietato". Ci rimasi malissimo. Come è possibile che uno dei piatti più popolari della tradizione toscana sia stato proibito? Non solo è possibile, ma chiunque venga trovato in possesso di questi piccoli pesci rischia multe da far tremare i polsi. La storia di come la mitica prelibatezza della costa tirrenica sia diventata oggetto di un fiorente mercato nero è allo stesso tempo affascinante e non molto conosciuta. Ecco perché questa settimana What's Up Tuscany, il podcast dedicato alla Toscana e alle sue storie, vi racconterà la storia delle cèe alla pisana, il piatto che potrebbe costarvi migliaia di euro di multa.
Se ascolterete la puntata intera, disponibile cliccando sul player qui sotto, scoprirete perché questa bontà antica sia stata messa fuorilegge e come, nonostante l'impegno delle forze dell'ordine e multe draconiane, il mercato nero per i piccoli delle anguille sia vivo e vegeto in Toscana. ASCOLTA LA STORIA
Non solo vi illustreremo la ricetta tradizionale usata da secoli all'ombra della Torre Pendente ma vi parleremo anche delle straordinarie esistenze di questi piccoli pesci, capaci di attraversare l'Atlantico per trovare l'ambiente ideale nei nostri fiumi e laghi, trasformandosi diverse volte nel corso di due anni.
Se poi vi venisse una gran voglia di assaggiare questa ricetta davvero particolare non mettetevi a cercare l'indirizzo del mercato nero più vicino. A parte che potrebbe costarvi davvero caro, non è affatto necessario. Visto che, anche prima del divieto, le cèe erano parecchio care, le massaie pisane si erano inventate almeno un paio di ricette dove questi pescetti trasparenti non erano affatto necessari. Grazie alla loro lungimiranza, questa stella della cucina toscana è riuscita a sopravvivere anche al divieto e continua a deliziare il palato dei toscani. Gli appassionati sbuffano, dicendo che il sapore delle cèe è inimitabile, il che è probabilmente vero. Mangiando le "cèe finte", però, non rischierete di finire in gattabuia - differenza niente affatto trascurabile.
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