"In Lombardia cerco 1.500 coordinatori. Uno per ogni Comune"

Il deputato spiega come dopo la rivoluzione di Berlusconi cambierà Fi in Lombardia

"In Lombardia cerco 1.500 coordinatori. Uno per ogni Comune"

Il deputato spiega come dopo la rivoluzione di Berlusconi cambierà Fi in Lombardia commissario a Bergamo e anche assessore alle Infrastrutture in Regione nella giunta di Roberto Maroni, quando firmò «la delibera più importante della storia della Lombardia», ossia quella che stanziava 1,6 miliardi di euro per l'acquisto di 160 nuovi treni. Una militanza di 23 anni, interrotta solo dalla breve parentesi con Giovanni Toti tra le fila di Cambiamo. Poi l'incontro con il Cavaliere e il rientro in Forza Italia, perché al cuor non si comanda. «Il nostro sarà il partito degli amministratori locali, dei sindaci e dei militanti. Una Lombardia del merito, come ha sempre voluto Berlusconi».

Sorte, i suoi obiettivi da coordinatore?

«Il mio orizzonte sono le europee del 2024. A livello nazionale dobbiamo arrivare ad avere 8mila riferimenti di Fi, uno per ogni Comune. La stessa cosa dobbiamo fare in Lombardia, individuando 1.500 coordinatori comunali. I primi cento li nomineremo lunedì a Bergamo».

Ha sentito Berlusconi?

«Intanto lo ringrazio per la fiducia. Lavorando a stretto contatto con lui in questi ultimi mesi mi sono reso conto di quanto sia geniale, generoso e di quanto ami il nostro Paese. Abbiamo disperatamente bisogno dei suoi consigli e della sua autorevolezza. E poi è un lavoratore instancabile, non stacca mai: un vulcano di idee e noi facciamo fatica a stargli dietro. Speriamo di potergli dare una mano rafforzando quest'area politica».

Un elettorato a cui ambiscono ora anche altri partiti.

«Se prima avevamo un sospetto, adesso abbiamo una certezza: il voto al Terzo polo, che in genere arriva quarto, è un voto inutile. Sia alle politiche che alle regionali i moderati che si sono schierati con loro hanno scelto una forza non competitiva per la vittoria. Abbiamo un Pd spostato a sinistra e un Terzo polo che corre al centro, perdendo punti a ogni elezione. C'è un grande spazio politico per noi e il voto determinante per i moderati è quello a Fi».

Con il riassetto del partito prevale l'ala più governista?

«Una narrazione che non esiste. Tutta Fi sostiene il governo. Noi siamo leali e deve essere una lealtà reciproca. I nostri ministri stanno lavorando bene e stanno portando al governo i nostri valori garantisti, liberali e riformisti».

E Licia Ronzulli l'ha sentita?

«Con Ronzulli abbiamo avuto un ottimo rapporto e una buona collaborazione. Lei fa la capogruppo in Senato e andrà avanti a fare il suo lavoro e a farlo bene come sempre. Faremo questo percorso insieme».

Ultimamente hanno lasciato il partito diverse figure, come l'ormai ex coordinatore nazionale giovanile Marco Bestetti.

«Il nuovo coordinatore, Stefano Benigni, ha ricostruito il movimento giovanile in Italia e in Lombardia su spinta di Berlusconi. Stiamo mettendo in campo una squadra rinnovata e non vedo l'ora di lavorare con i giovani del partito. Anche perché mi sento giovane anche io, non essendo nemmeno quarantenne. E sono orgoglioso di aver fatto con Fi la gavetta in tutti gli enti locali e nazionali».

Nella nuova giunta lombarda, Fi ha due assessori e un sottosegretario.

«La squadra gode della mia totale fiducia e andiamo avanti spediti perché abbiamo la responsabilità di governare la Regione più importante d'Italia. I rapporti di forza sono cambiati, ma non il nostro ruolo determinante. Noi siamo il partito delle infrastrutture, abbiamo voluto i primi tratti della Pedemontana, la Teem e la Brebemi. Bisogna aumentare gli investimenti sul materiale rotabile e chiedere allo Stato, e so che il ministro Salvini ci sta già lavorando bene, il potenziamento della rete ferroviaria regionale».

Ricorda i suoi primi passi in Fi?

«Nel 1994 avevo dieci anni ed ero davanti alla tv a vedere questa lucida follia dello scendere in campo contro ogni pronostico e sovvertire il risultato elettorale dividendo il comunismo dal governo: è stato un innamoramento immediato. Berlusconi ha salvato l'Italia, questo lo devono ricordare anche i suoi avversari».

Il momento più bello?

«Quando, lo scorso maggio, Berlusconi venne a Treviglio davanti a 1.500 militanti per partecipare alla mia convention.

Per me è stato come realizzare un sogno, il concretizzarsi del mio impegno politico. Non era mai stato a un evento nella bergamasca, la sua presenza ha sottolineato l'attenzione per la mia terra. Quello è stato senza dubbio il momento più bello».

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