La magia di Jimi Hendrix risuona dai suoi Studios

Un album raccoglie gli ultimi lavori prima della morte dell'artista, registrati agli "Electric Lady"

La magia di Jimi Hendrix risuona dai suoi Studios
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Altri nuovi tasselli per scoprire l'iperattivo e creativo mondo di Jimi Hendrix. La famiglia - che sta curando egregiamente il materiale del chitarrista - pubblica il cofanetto Electric Lady Studios: A Jimi Hendrix Vision che racconta il suo lavoro nei mesi immediatamente precedenti la sua morte. Gli Electric Lady Studios furono i primi studi commerciali ad appartenere interamente ad un artista. Jimi li volle - insieme al fedele Eddie Kramer - per poter sperimentare nuove strade. Voleva inglobare nel suo stile nuovi suoni (stava pensando anche ad una collaborazione con Miles Davis) e lavorava all'album First Rays of the New Rising Sun, il più particolare dei suoi lavori. Il cofanetto contiene 39 brani di cui 38 versioni inedite registrate nello studio nel 1970. Con i suoi fedeli compagni Billy Cox al basso e Mitch Mitchell alla batteria, in 5 vinili o 3 cd propone sessioni dal vivo come Beginnings, esplorazione sonora di oltre 26 minuti o versioni mai sentite, dal vivo, di brani poi celebri come Dolly Dagger, Keep On Groovin, Freedom.

C'è anche un prezioso Blue-Ray con i 17 brani contenuti nel disco postumo First Rays of the New Rising Sun (registrato tra il '68 e il '70) così come altri arroventati pezzi come Lover Man tratto dal cofanetto The Jimi Hendrix Experience, sempre con materiale del 1970. Di particolare importanza una versione di Angel (la take numero 7) uscita anche in video senza gli stacchi di batteria e percussioni che Mitchell aggiunse al brano dopo la morte di Jimi.

«Volevo creare nuovi territori musicali senza rimanere prigioniero di un cliché - scriveva Jimi - e questo studio è magico per l'ispirazione». «Mio fratello aveva una visione musicale - ribadisce ora la sorella Janie - Con questo progetto, è sembrato opportuno mettere in luce non solo la sua musica, ma anche il suo contributo duraturo con gli Electric Lady Studios. Era spinto dal desiderio interiore di costruire una sua base operativa dove poter registrare tutto ciò che sentiva. Sebbene la sua vita sia stata interrotta prematuramente, molti altri artisti talentuosi continuano ad esprimersi all'interno di quelle magiche mura al 52 di West 8th Street a New York».

Inizialmente Jimi Hendrix voleva creare un «nightclub esperienziale» sulle macerie di un vecchio locale da ballo, il Generation Club. Volevano fare qualcosa di simile al Cerebrum, locale del Greenwich Village dove Hendrix si divertiva molto, tanto che chiese a John Storyk, l'architetto del Cerebrum, di collaborare col suo manager Michael Jeffrey per creare uno «studio elettrico di partecipazione» in cui Jimi riceveva molti ospiti illustri, primo fra tutti il leader dei Traffic e creativo Stevie Winwood.

Ad accompagnare il cofanetto si impone la visione del documentario Jimi Hendrix's New York, completamente nuovo e presentato da Steven Van Zandt (già con la E Street Band di Springsteen e in molti altri progetti artistici) con interviste esclusive all'ingegnere del suono e

produttore Eddie Kramer e a personaggi come Colette Harron, la sarta amica di Jimi che confezionò la giacca psichedelica che indossava a Woodstock e immagini di alcuni suoi show dove «la sua musica era magia... era tutto».

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