Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha rigettato, su indicazione delle procure interessate, l’istanza di Alfredo Cospito di revoca del 41 bis.
Le motivazioni sono spiegate nella relazione del Guardasigilli e fanno leva sulla pericolosità sociale espressa dal terrorista detenuto se dovesse mantenere i contatti con la sua organizzazione anarchica e sulla mancata incompatibilità del regime penitenziario con il suo attuale stato di salute. ”L'incessante succedersi di eventi critici legati indubitabilmente alla galassia anarco insurrezionalista, cui pure appartiene l'associazione criminale FAI-FRI, aumenta il rischio di collegamento operativo del detenuto con tali ambienti ovvero con la sua associazione criminale di riferimento. Pericolo che appunto deve essere contenuto", scrive il ministro nella sua relazione.
“Si evidenzia che gli appelli del detenuto - aggiunge il Ministro - non solo non vengono ignorati ma si sono trasformati in un'onda d'urto propagatasi sul territorio nazionale e all'estero". Il capo del dicastero di via Arenula aggiunge che il "mondo antagonista si muove ispirandosi ad Alfredo Cospito e a sostegno di costui, mediante azioni violente e di grave intimidazione, ossia proprio ciò che il detenuto propugna e che viene immediatamente raccolto e tradotto in pratica e in atti concreti”.
Per il ministro, poi, "le condizioni di salute di Cospito, derivanti in via esclusiva dallo sciopero della fame da lui attuato sin dalla data del 20 ottobre 2022, non sono tali da incidere in maniera significativa sulla sua rilevante pericolosità sociale e non sono idonee a giustificare l'adozione del domandato provvedimento di revoca anticipata del regime differenziato previsto dal 41 bis”.
"Si è in presenza - precisa Nordio- non già di una persona affetta da una patologia cronica invalidante ma di un soggetto sano e lucido che si sta volontariamente procurando uno stato di salute precario per finalità ideologiche, perseverando nella sua condotta nonostante i reiterati inviti da parte dell'autorità sanitaria a desistere dal mantenere tale condotta autolesionistica. Alfredo Cospito ha iniziato lo sciopero della fame, forma di protesta tradizionalmente non violenta che invece, nel caso di specie ha assunto un significato assolutamente opposto. La dimostrazione la si trae da una frase pronunciata da Cospito: 'il corpo è la mia armà. Il corpo di Alfredo Cospito è divenuto il catalizzatore che serviva all'azione strategica del detenuto che chiedeva unità di intenti e obiettivi pur lasciando a ciascuna formazione la libertà e l'autodeterminazione in relazione alla tipologia di atti da compiere".
Alfredo Cospito nel frattempo ha detto ancora una volta di no alla visita psichiatrica che gli è stata proposta. Già dopo il suo ingresso nel carcere di Milano-Opera del 30 gennaio l'esponente della Federazione anarchica informale aveva rifiutato il controllo. Le sue condizioni di salute sono ritenute stabili da chi monitora costantemente la sua situazione. Per domani è prevista invece nel penitenziario alle porte del capoluogo lombardo la visita del suo medico di fiducia.
Al momento, comunque, le condizioni di salute dell'anarchico, monitorate con costanza e attenzione dai medici e dai giudici della Sorveglianza (che hanno anche la possibilità di andare in visita a Opera), sono stabili, come quelle dei giorni scorsi, anche se ha superato i 110 giorni di sciopero della fame. Continua ad assumere acqua, sale e zucchero. Se dovesse peggiorare e fosse necessario, verrebbe disposto il suo trasferimento al San Paolo nel reparto penitenziario.
Nel frattempo Cospito continua a comunicare con l’esterno tramite il suo avvocato: ”Vi ringrazio, me l’aspettavo. Hanno deciso di tumularmi dentro questo sarcofago di cemento”.
Massima condivisione della scelta del Ministro Carlo Nordio viene espressa dal sottosegretario Del Mastro: “Il Governo non cede ai ricatti, lo Stato non si fa intimidire dalle violenze degli anarchici. La pericolosità sociale di Cospito è decisamente allarmante e nulla può fare indietreggiare il Governo sulla legislazione speciale per contrastare criminalità organizzata e terrorismo”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini: “Io penso che la vita è sacra, anche quella di un detenuto, di un delinquente.
Se poi si vuole fare battaglia politica sulle carceri italiane, sull'isolamento, sull'ergastolo o sul 41bis si faccia, ma non sotto minaccia, ricatto o violenza. Auguro a Cospito di vivere a lungo, di riconoscere gli errori fatti e di disconoscere la lotta armata come strumento di battaglia politica" le parole del leader della Lega.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.