Manca l’ambulanza, muore una neonata

CosenzaC’erano fili elettrici volanti, apparecchiature vecchie, sale operatorie non a norma e gravissime carenze igieniche e strutturali nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Trebisacce. I Carabinieri del Nas lo chiusero un anno fa, insieme a quello di Chirurgia generale. E così lo ha trovato, il 13 luglio scorso, una giovane donna di 27 anni, al settimo mese di gravidanza e fortissimi dolori addominali, trasportata dal marito e dal cognato al pronto soccorso di Trebisacce. Qui, i sanitari hanno consigliato il trasferimento all’ospedale di Rossano. Ma dopo una forsennata corsa in auto, perché non c’era nemmeno un’ambulanza disponibile, la vicenda si è risolta con la morte della bimba e gravi conseguenze per la mamma, sottoposta a cinque trasfusioni di sangue.
Di quest’ultimo caso di malasanità in Calabria si sta già occupando la Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari e la Procura di Rossano ha aperto un’inchiesta, anche se la famiglia non ha presentato alcuna denuncia. Anzi, i parenti della ventisettenne sottolineano l’impegno dei sanitari dei due ospedali, che hanno correttamente diagnosticato un distacco di placenta e consigliato un immediato parto cesareo. Dopo l’intervento la piccola è stata intubata e preparata per il volo in eliambulanza verso la Neonatologia di Cosenza, ma è morta poco dopo.
È il lucido racconto dello zio della bimba a spiegare il dramma, che ricalca quello vissuto tre anni fa da Flavio Scutellà, morto a 12 anni dopo essere caduto da una giostra. Anche allora l’ambulanza non c’era e ci vollero oltre quattro ore per il trasferimento da Polistena a Reggio Calabria. «Quando mia cognata si è sentita male - racconta l’uomo, che lavora all’ospedale di Trebisacce - ho deciso di portarla a Trebisacce perché so che il pronto soccorso funziona. Una volta capito il problema l’unica soluzione era andare a Rossano, ma ci è voluta un’ora di tempo, più l’ora da Amendolara a Trebisacce.

Se l’ospedale fosse stato chiuso sarei andato a Policoro, a una trentina di chilometri da Amendolara, avrei guadagnato un’ora e mezzo e adesso, forse, la piccola sarebbe viva». «La politica - ha aggiunto - deve decidere cosa fare dell’ospedale di Trebisacce. O lo si mette in condizione di funzionare, con le sale operatorie aperte, o lo si chiude».

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