Manovra, Monti: "Sacrifici acuti per tutti" Il Cav: "Non piace del tutto, ma va votata"

Informativa urgente del premier sul decreto "salva Italia" varato ieri dal Consiglio dei ministri e che Monti ribattezza decreto "salva Europa". E spiega: "Misure dolorose ma necessarie a evitare il baratro". Rivoluzione delle pensioni: contributivo per tutti e anzianità prolungata. Ecco l'Ici travestita: un conto da 11 miliardi. Retromarcia sull'Irpef, ma l'Iva salirà del 2%. Pagamenti in contanti: vietati sopra i mille euro. Da Bruxelles è già arrivato il via libera. L'appello dell'Ue: "Ora in Italia devono essere prese ulteriori decisioni per assicurare maggiore crescita e aumento dei posti di lavoro". Già previste dal governo Monti ulteriori misure strutturali che presto riguarderanno anche il mercato del lavoro. La Cei: "Poteva essere più equa". Piazza Affari approva la manovra: giù lo spread Btp-Bund

Manovra, Monti: "Sacrifici acuti per tutti" Il Cav: "Non piace del tutto, ma va votata"

"Questa è una settimana cruciale per l’euro. Noi ieri abbiamo fatto la nostra parte". Il premier Mario Monti confida nella bontà delle riforme licenziate ieri sera dal governo tecnico e si prepara ad affrontare il parlamento mentre arriva, tempestivo, il via libera dei vertici dell'Eurogruppo e dell'Ocse alla manovra economica licenziata ieri. Mentre Piazza Affari sembra brindare alle nuove misure con i principali listini milanesi in netto rialzo e con un calo vistoso sul differenziale tra i Btp e i Bund tedeschi, il Professore ha presentato il pacchetto alle Camere chiedento "sacrifici acuti per tutti i gruppi sociali" e interventi che "contengono i semi di un’azione che mira a designare l’Italia dei nostri figli: un’Italia seria e capace di esprimere crescita duratura". Misure che ora il parlamento stesso è chiamato ad approvare o rigettare. "Senza questo pacchetto l’Italia crolla e va in una situazione simile alla Grecia - ha spiegato Monti - un Paese verso il quale abbiamo grande simpatia che non vogliamo imitare".

"I sacrifici di oggi danno la speranza di costruire una base di crescita nei prossimi mesi e consentono di sbloccare le strozzature di un paese ricco che cresce poco e non riesce a fare interventi proporzionati". Oggi pomeriggio Monti ha informato il parlamento (prima la Camera, poi il Senato) sui contenuti del decreto "salva Italia" varato ieri dal Consiglio dei ministri e che il Professore ha voluto ribattezzare decreto "salva Europa". Adesso confida di essere sostenuto da entrambe le Camere. E per avere il via libera da una buona parte della politica il Professore ha spiegato che "non c’è crescita né benessere senza una finanza pubblica sana, senza equità, un comune sentire e partecipazione allo sforzo per uscire dalla crisi". Si vanta di aver "partorito" la manovra economica in soli 17 anni, mentre in passato ci volevano almeno cinque settimane. Eppure Monti teme che i veti incrociati dei partiti, la Lega all'opposizione e i diktat dei dipietristi possano far saltare il lavoro messo a punto fino in questo momento. Da qui i continui contatti del Professore sia coi vertici del Pdl sia con quelli dei Democratici e il reiterato tentativo di far capire che "in questo momento gli occhi dell’Europa e del mondo sono puntati" sul parlamento italiano. Monti ha ricordato che l’esecutivo è sostenuto da forze politiche che "fino all’altro ieri non si parlavano e si combattevano". Il fatto è che la riduzione del debito è, per Monti, una esigenza totale. E ogni deviazione rischia di far sprofondare il nostro Paese in un abisso. "L’esempio della Grecia - ha detto Monti - è vicino".

Da Bruxelles è già arrivato il via libera. La commissione Ue ha, infatti, dato in mattinata un giudizio nettamente favorevole sulle misure del governo Monti ritenute complessivamente "tempestive e ambiziose". Un passo che, a detta di Rehn, è "molto importante per sostenere le finanze pubbliche e la crescita". "Ora - avverte, tuttavia, il responsabile degli Affari economici - in italia devono essere prese ulteriori decisioni per assicurare maggiore crescita e aumento dei posti di lavoro". Secondo la commissione europea, il pacchetto di misure preserverebbe "l’equità sociale e la giustizia attraverso provvedimenti che riguardano tasse, pensioni, riforma della pubblica amministrazione, liberalizzazioni e incentivi alle imprese". Prossimamente Bruxelles ne valuterà il dettaglio, ma complessivamente il pacchetto sembra dare un "nuovo approccio di politica economica". Il pacchetto, con sforzi che valgono circa 20 miliardi pari all’1,3% del pil, dovrebbe aiutare il Belpaese a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. Un traguardo ritenuto, a livello europeo, essenziale per rafforzare la credibilità sulla economia italiana e anche per riguadagnare il controllo di un debito pubblico molto elevato. Rehn accoglie con favore sia la riforma sul sistema previdenziale ("Misura a lungo attesa") sia la tassazione. Qualcosa in più deve essere fatto sulla scia delle linee indicate dalla Commissione in occasione dell’eurogruppo del 29 novembre. D’altra parte, lo stesso Monti aveva annunciato nei giorni scorsi ulteriori misure strutturali che presto riguarderanno anche il mercato del lavoro in consultazione con i parti sociali. "Adesso - ha avvertito Rehn - è cruciale mantenere lo slancio nella riforma economica e nell’azione di rinnovamento politico per adottare ulteriori decisioni che possono portare una maggiore crescita e maggiore e migliore occupazione in modo equo"

Non mancano le opposizioni a Monti, soprattutto nel Paese. Proprio oggi Giancarlo Bregantini, reponsabile della Commissione Cei per i Problemi sociali e il lavoro, ha fatto sapere che la manovra era "necessaria" ma "poteva essere più equa".La parola spetta al parlamento. Un compito difficile, quello adesso che spetta al Professore: sconfiggere i veti incrociati dei partiti e passare alle misure che, oltre a tassare i risparmi dei cittadini, puntino a liberalizzare e a favorire la crescita. "Vogliamo aiutare a salvare l’Italia - ha assicurato Monti - vogliamo farlo da figure tecniche che poi scompariranno dalla scena". In tempi rapidi, però.

Sul tema del lavoro, il premier ha detto che sarà il prossimo cantiere che partirà a

distanza di qualche giorno e che "il tema dell’ammodernamento dei sistemi di welfare" è la materia che "ovviamente necessità in misura maggiore del negoziato con le parti sociali".

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