Marchio anti-falso alla pizza napoletana

Paese che vai pizza che trovi. Se è vero che la pizza la si trova in tutto il mondo è anche vero che spesso della pizza ha solo il nome o poco più. Se per imparare a fare dei buoni gelati possono bastare poche settimane - almeno così sostiene il proprietario di una cremeria milanese - per le pizze è un’altra storia.
Non basta il giusto mix delle dosi, ci vuole anche molta manualità. Pare che per diventare dei «maestri» del forno a legna possano essere necessari anche due anni. Al principio ti insegnano solo a preparare gli ingredienti, dopo mesi inizi a fare la pasta e solo alla fine si impara «l’arte del forno a legna», di come e dove mettere il «disco» per ottenere la cottura ideale.
Non ci sono dubbi quindi che tra una margherita realizzata a regola d’arte e una impastata da una macchina e messa nel forno elettrico da pizzaioli improvvisati che hanno seguito un corso intensivo di due giorni ci siano delle differenze enormi da tutti i punti di vista. Lo deve aver capito il Comitato Europeo per le indicazioni geografiche, denominazioni d’origine protette e specialità alimentari che oggi dovrebbe darà il via libera ad una decisione attesa ormai da mesi che per l’Italia rappresenta una vittoria dall’alto valore simbolico. È pronto, per la «Pizza napoletana prodotta secondo la tradizione napoletana», il riconoscimento europeo di specialità garantita (Sgt) che verrà protetta dall’Ue contro imitazioni e falsi. Tra i più entusiasti Antonio Pace, presidente dell’Associazione verace Pizza napoletana, che da 25 anni lotta perché la pizza napoletana venga considerata un prodotto partenopeo doc. Pace teme però che «i sistemi di verifica non siano abbastanza validi. La pizza non è un prodotto come gli altri - spiega Pace - è fondamentale la qualità e la quantità dei prodotti ma è altrettanto fondamentale la manualità, la parte artigianale, come si assemblano i singoli ingredienti. Sono aspetti, questi, non valutabili in modo astratto, senza aver conoscenza diretta del prodotto.

Speriamo - conclude Pace - che su tutto questo si presti molta attenzione».
Come non dargli ragione; è vero però che un test sulla qualità è alla portata di tutti: se la pizzeria è piena di gente in teoria è una garanzia.

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