Meno tasse? Il governo mente

Prodi è alla frutta. E fin qui niente di nuovo. La cosa strabiliante, però, è che, durante la conferenza stampa di fine anno di ieri, per nascondere questo suo stato, invero penoso, si accinga a prendere in giro l’universo mondo, promettendo mari e monti ai sindacati, ai lavoratori, alle imprese, ai ceti medi, quando invece la sua politica economica e gli effetti che essa procura nei conti pubblici, segna e segnerà ancora di più un profondo rosso. Così, ancora una volta, Prodi e Visco annunciano agli italiani un taglio delle tasse (attraverso interventi sulle detrazioni fiscali e revisione delle aliquote Irpef), questa volta però la menzogna ha l’aggravante di nascondere una realtà opposta e, a dir poco, catastrofica nei confronti delle potenzialità di crescita del Paese. Vediamo perché.
1. La Finanziaria per il 2008, inizialmente prevista di entità pari a 11 miliardi e 247 milioni di euro, ha finito per raggiungere la ragguardevole cifra di 15,6 miliardi di euro (come affermato da Padoa-Schioppa al Senato), in realtà con tutti gli annessi e connessi dei decreti passati, presenti e futuri e non del tutto contabilizzati, è più vicina a 20 miliardi che a 15, con un incremento di quasi mezzo punto di Pil tutto sul lato della maggior spesa corrente. Ne deriva che l’obiettivo previsto dal Dpef 2008-2011, concordato in sede europea, di rapporto deficit/Pil per l'anno prossimo, non sarà più del 2,2% ma finirà per toccare pericolosamente la soglia del 3% (checché ne dica Padoa-Schioppa con le sue apodittiche rassicurazioni). E i funzionari del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) che a fine gennaio si esprimeranno sullo stato dei conti pubblici italiani non potranno che confermare l’ennesima bocciatura dell'azione di politica economica di Prodi.
2. Se a questa colpevole e irresponsabile deriva «spendi e spandi» aggiungiamo il peggioramento congiunturale in atto (pesa tuttora il clima di incertezza innescato sui mercati finanziari dalla crisi dei mutui subprime) che si accentuerà nei prossimi mesi, con una crescita media prevista per il 2008, ben che vada, attorno all’1% (solo Prodi crede all’1,5%), con annessa caduta di gettito (una prima stima indica 2,5 miliardi di euro di gettito in meno) e il pressoché certo sgonfiamento dell’imbroglio dei tesoretti (cioè una sottostima del gettito tributario da parte del governo al fine di far emergere risorse «straordinarie» da spendere fuori da qualsisia rigore di finanza pubblica) e un ulteriore aumento della spesa corrente per ammortizzatori sociali (solitamente legati alle fasi di bassa congiuntura), ne deriva un pressoché certo peggioramento del rapporto deficit/Pil, che già al limite del 3% grazie alla Finanziaria appena approvata, finirà per sfondare, e di molto, tale soglia.
3. Ebbene questi dati saranno evidenti nella trimestrale di cassa di marzo 2008 e saranno abbondantemente annunciati dai consuntivi, già essi fuori obiettivo (poco credibile è l’affermazione di Prodi nella conferenza stampa di ieri su un deficit intorno al 2% a meno che non continui l’imbroglio delle manipolazioni sulle sentenze dell'Unione europea - Iva automobili e altro), relativi al 2007 e disponibili nei prossimi mesi. Non si sa da dove derivi l'ottimismo di Padoa-Schioppa sia per la trimestrale di cassa prossima ventura, che per i consuntivi. D’altra parte il Nostro è tristemente noto per le sue previsioni puntualmente smentite e per la scoperta, da Alice nel Paese delle Meraviglie, di provvidenziali tesoretti multipli da sperperare in allegria. Ma se la trimestrale di cassa di marzo prossimo, con ogni probabilità, ci indicherà uno sfondamento di circa un punto di Pil sui nostri obiettivi di deficit 2008, non potrà non scattare nuovamente la procedura europea di infrazione per deficit eccessivo, viste le impossibilità di mantenere i nostri impegni presi nell’Ecofin di Berlino per gli anni 2008 e seguenti. Tra l’altro, non ne ha fatto mistero neanche Padoa-Schioppa, un tempo rigoroso banchiere centrale ora, invece, ministro di un governo dalle mani bucate, costretto a rinegoziare con Bruxelles il percorso di rientro spostandolo dal 2010 al 2011. Lo stesso Padoa-Schioppa che ha ammesso il suo insoddisfacente aggiustamento di bilancio nel 2008 e contestualmente impegnato il governo di cui fa parte con obiettivi di rientro dal deficit pari a 8-10 miliardi di euro per i prossimi due anni.
4. Tutto ciò, oltre a danneggiare la credibilità finanziaria e istituzionale del nostro Paese con relativo peggioramento del rating, non potrà non far scattare la richiesta da parte della Commissione europea di una correzione immediata per riportare i conti in ordine. In altri termini l’Europa ci imporrà una manovra correttiva di metà anno strutturale pari a 10-13 miliardi di euro per stare all’interno del sentiero di deficit concordato. Ma 10-13 miliardi di euro di correzione non significano altro che più tasse, vista l’impotenza congenita di questo governo a tagliare la spesa. Più tasse, poi, vorrà dire ulteriore rallentamento della crescita, con ulteriore spirale perversa in termini di gettito.
E qui ci fermiamo con la previsione, che in realtà è già scritta nella Finanziaria e nei negativi trascinamenti congiunturali. Altro che nuovi tesoretti da usare per tenere insieme la sua vorace maggioranza come è avvenuto nel 2007. A questo punto una sola domanda a Prodi e a Padoa-Schioppa.

Se le cose stanno in questi termini, da dove uscirà la copertura per la riduzione della pressione fiscale al lavoro dipendente, per un ammontare, come richiesto dai sindacati, di almeno un punto di Pil (che vuol dire sempre 13-14 miliardi di euro), visto che in Finanziaria 2008 non c'è nulla? Chi crede di prendere in giro Prodi nella prossima verifica di gennaio con i partiti della sua maggioranza e negli incontri con i sindacati? Non hanno nulla da eccepire Cgil, Cisl e Uil per un’ennesima promessa che non sta né in cielo né in terra? E la «Cosa rossa» che dirà di fronte a tanta spudoratezza? Ci risponderà con il ritornello della tassazione delle rendite finanziarie? Ma lo sa la «Cosa rossa» che la tassazione delle rendite finanziarie non porta più di un miliardo di euro di gettito?
Prodi sta avvelenando i pozzi, nella logica del «muoia Salomone», con quel che segue. Non sarebbe il caso di fermarlo?

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