Mettiamo il cappello sullo stile dei finti ribelli

Magliette e jeans strappati, camicie sbottonate fino quasi all'ombelico, pantaloni che mostrano la biancheria intima, appariscenti braccialetti colorati e in testa una cresta che farebbe invidia anche al gallo più desiderato del pollaio. Questo il look del «nuovo» maschio italiano, in pratica lo stile ispirato da Mario Balotelli, protagonista indiscusso della saga calcio&gossip. In pratica: ogni generazione ha forse l'icona che si merita (con tutto il rispetto per il bravissimo Mario), ma lo stile punk di SuperMario è molto lontano da quella creato da Vivienne Westwood, la stilista che partecipò col marito manager alla nascita dei Sex Pistols e al loro mito, anche nel look. Insomma, qeullo di oggi è un maschio un po' ribelle ma non troppo, se è vero che la maggior parte dei ragazzi vive - anche per necessità economiche - ancora con mamma e papà anche alla soglia dei trent'anni, ma soprattutto conosce l'efficacia delle creme di bellezza ormai meglio di una donna. Non proprio un simbolo di trasgressione.
Ecco, allora: dov'è finito l'uomo elegante che ama l'abito fatto su misura? O che semplicemente sa essere anche un po' estroso senza colorarsi i capelli in strane acconciature o adornarsi di accessori borchiati? Fortunatamente c'è, anche se si nota poco. Vedere per credere il ritorno della giacca nella moda e soprattutto la riscoperta del cappello, come quello proposto da Borsalino in una speciale texture che consente di piegarlo e metterlo in valigia senza che si possa rovinare. A prova di qualsiasi cresta da punk.