"Le mie nuove canzoni dopo 7 anni. Che brividi con la moglie di Battisti"

Esce il disco "10 Amori", nel 2025 tre grandi concerti nei palasport. "Sanremo? Non ci penso, ma se all'ultimo secondo trovo il brano..."

"Le mie nuove canzoni dopo 7 anni. Che brividi con la moglie di Battisti"
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Marco Masini controtendenza: nuovo disco, nessun feat.

«Non mi sono proprio posto il problema».

Eppure va di moda anche tra cantanti con una lunga carriera e giovani promesse.

«In realtà io penso solo a scrivere canzoni e potrebbero offrirmi un feat anche Dua Lipa o Tony Effe, tanto per fare due nomi ma...».

Ma?

«Se il brano non mi stesse bene addosso, non sarei proprio interessato».

Occhio che c'è un Marco Masini nuovo in città e non c'entra soltanto il look con una barba folta da filosofo ottoncentesco e un occhiale alla moda. Dopo sette anni senza nuova musica, pubblica 10 Amori e annuncia tre concerti in tre grandi palasport (il 18 ottobre 2025 al Palazzo dello Sport di Roma, il 24 all'Unipol Forum di Milano e il 25 al Mandela Forum di Firenze). E conferma di essere ancora della scuola di chi suona, scrive e canta per davvero perché testi e musica sono il frutto di ispirazione e sala prove, di correzioni sui fogli e partiture cambiate in corsa: «È il frutto dell'esperienza. Quando abbiamo iniziato noi, c'era il deserto. Ora con una app da 9,90 euro al mese puoi avere il suono che vuoi. Vuoi la batteria di John Bonham dei Led Zeppelin? Eccola. Quindi capisco che adesso i ragazzi abbiano meno voglia di sperimentare e suonare davvero. Ora poi arriva l'algoritmo...». Dai tempi degli Errata Corrige, la sua band alle superiori, Masini si è conquistato credibilità passo dopo passo, ben prima di vincere Sanremo Giovani nel 1990 con Disperato. La partecipazione a colonne sonore (ad esempio Mediterraneo e Mery per sempre). L'ingresso nella squadra di Giancarlo Bigazzi, uno degli autori più decisivi della musica italiana. E poi Si può dare di più, di cui fu la «voce guida».

Le dispiace non aver cantato lei la versione definitiva?

«No, quel brano non sarebbe diventato quello che è senza i tre moschettieri Morandi, Tozzi, Ruggeri. Prima di registrare la versione definitiva, Morandi chiedeva in giro ma di chi è questa voce?. Però se avessi fatto Si può dare di più, non avrei poi potuto cantare Disperato». (sorride - ndr)

Perché ha deciso di intitolare il nuovo disco 10 Amori?

«Perché credo che l'amore oggi sia sottovalutato».

Quale tipo di amore?

«L'amore inteso come concetto universale».

L'amore eterosessuale?

«Quando parlo d'amore, parlo a una donna. Ma l'amore è universale. In ogni caso, oggi per quasi tutti è il mediano, mentre dovrebbe essere il centravanti della nostra vita».

A proposito, lei è un tifoso di lunga data.

«Nel 1978 ero già nel Collettivo Viola per la Fiorentina ma fui licenziato perché suonavo troppo bene il tamburo e gli altri non mi venivano dietro». (sorride - ndr)

Oggi alcune tifoserie sono passate dalla curva alla cronaca giudiziaria.

«Difficile giudicare».

In passato ha avuto momenti di crisi.

«Li ho patiti come un chirurgo che fa di tutto per salvare un paziente, non ci riesce e prova a imparare qualcosa in più per salvare quello dopo. Ho fatto così e penso di aver scritto cose più belle».

Così vinse il Sanremo 2004 con L'uomo volante.

«E poi tutto è ripartito».

C'è qualcuno cui si è ispirato?

«Beh tanti, da Baglioni a Ramazzotti a Renato Zero. Una volta, alla Sony, incrocio una signora che mi fa: Lei piaceva tanto al mio povero marito, diceva: quant'è bravo questo Masini, farà strada. Ho ringraziato e me ne sono andato. Poi mi hanno detto che era Grazia Letizia Veronese, la vedova di Lucio Battisti. Mi venne un brivido. Mi ritorni in mente è la più bella melodia mai scritta in Italia».

Il disco, prima dell'epilogo, si chiude con Due fidanzati degli anni '30.

«Una mattina esco qui a Milano, vado sui Navigli per fare colazione e vedo due novantenni che mangiano un gelato al tavolino guardandosi negli occhi, la mano nella mano. Commoventi. Ho chiamato gli altri ed è nata la canzone, a me piace che sia la realtà a ispirarmi».

Sanremo?

«Non ci penso, ma se all'ultimo secondo avessi la canzone giusta, la proporrei a Conti».

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