LItalia, se ci pensiamo bene, ancora non cera: Venezia era «straniera» e la Breccia di Porta Pia era di là da venire. Ma a Milano «la» Manzoni cera già, con quellinconfondibile articolo determinativo che si è portata dietro orgogliosamente fino ai giorni nostri quale segno distintivo, quasi a voler sottolineare la vocazione verso unavveniristica emancipazione femminile in unepoca in cui donna significava soltanto focolare domestico.
È il maggio 1861 e gli austriaci sono via da Milano da un paio di anni. A far parte della municipalità meneghina un certo Carlo Tenca il quale, appunto, intravede nella nuova società il bisogno a che alla donna venga conferito un nuovo ruolo. Per raggiungere il quale è necessario impartire uneducazione adeguata e non unistruzione che si fermi alla quinta elementare. La città viene tappezzata di manifesti che sponsorizzano il nuovo corso di studi, limitato a tre anni. Su di essi campeggiano nomi di materie come «Morale», «Calligrafia», «Igiene», «Lavori femminili». È così che lunica classe di 24 allieve trova spazio nei locali della scuola elementare di via Bassano Porrone.
Ancora, però, non si parlava di «manzoniane»: lillustre scrittore, in fondo, era ancora vivo e vegeto. Morirà nel 1873, poco dopo linizio del decennio successivo la fondazione della scuola. Che proprio in quellepoca conosce un boom di iscrizioni, al punto tale da indurre i docenti della civica scuola a chiedere listituzione di un quarto anno di corso. Con essa, la necessità di trasferire i locali in via Borgospesso. Un boom che prosegue fino al 1886 quando, in occasione delle nozze dargento, viene formulata la proposta di intitolare la scuola ad Alessandro Manzoni. Un boom che prosegue incessante anche negli anni a venire, tanto da introdurre un quinto anno e trasferire la scuola in quella che per lungo tempo sarà la nuova e prestigiosa sede: Palazzo Dugnani.
Di questo fiore allocchiello per il Comune di Milano oggi dalle ore 17 al Teatro Dal Verme, alla presenza del sindaco Letizia Moratti e dellassessore Mariolina Moioli, si festeggerà il secolo e mezzo di vita.
Non che non ci siano stati periodi bui nella storia della «Manzoni». Un po per motivi politici, come nel 1901, quando la giunta comunale vicina alle masse popolari non vedeva di buon occhio una scuola «privilegiata». Un po per motivi storici, come nel secondo dopoguerra in seguito allinevitabile calo di iscrizioni e ai danni riportati da Palazzo Dugnani a causa dei bombardamenti. A cui «manzoniane» e docenti hanno sempre orgogliosamente reagito. Ricostruendo la sede di Palazzo Dugnani. Ma anche aumentando lofferta formativa ed arrivando a creare, nel 1946, due indirizzi che si affiancheranno alla scuola media unica: lumanistico-linguistico e laziendale. In pratica i «genitori» di quelli che diventeranno il Liceo linguistico e lIstituto tecnico per periti aziendali corrispondenti in lingue estere. Che, negli anni, hanno visto crescere in maniera esponenziale i numeri di frequentanti e aspiranti tali, grazie a nomi di presidi come il professor Porta o il professor Craici. Una crescita che alla fine degli anni Settanta (anche in seguito allapertura ad allievi maschi) ha reso necessario il trasferimento del liceo in via Rubattino, periferia Est della città e dellIstituto tecnico in via Marsala 8.
Si parlava di rischi di chiusura. Che purtroppo, per un verso, è divenuta una realtà.
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