Affittopoli e case popolari: ecco l'esercito degli abusivi

In 200 vivono negli alloggi del Comune senza diritto. Altri 4mila non rispondono neanche ai richiami di Mm

Affittopoli e case popolari: ecco l'esercito degli abusivi

L'assessore comunale alla Casa Daniela Benelli nega tutto, però i numeri sono impietosi. Duecento persone vivono nelle case popolari del Comune senza averne i requisiti di reddito: superano cioè i 60mila euro all'anno. Ed è solo la punta dell'iceberg: quelli considerati decadenti, cioè occupanti senza diritto, sono 4mila. Circa il dieci per cento degli immobili passati dalla gestione Aler a quella di Metropolitana milanese che sono 39mila di cui 1500 tra attività commerciali e box.

Cifre che sembrano giustificare i grillini quando parlano di Affittopoli milanese. L'assessore però rifiuta la definizione: «È esagerato e fuorviante parlare di Affittopoli: anche le duecento persone individuate fino ad ora stanno comunque pagando un affitto a livello di mercato come uno dei casi citati dove il signore proprietario di diversi immobili sta versando 900 euro al mese per 75 metri quadrati al Giambellino». E i quattromila decadenti non sarebbero un problema per Benelli perché sono «semplicemente quelli che non rispondono». Periodicamente gli enti che gestiscono case popolari come Aler effettuano un'analisi degli inquilini, a cui però si può non rispondere. In quel momento si entra nel calderone dei «decadenti». Un pozzo senza fondo dove può esserci di tutto: chi ha subaffittato, case passate di madre in figlia, chi si è trasferito e chi è morto. Per l'azienda però sono tutto morosi e quindi gli viene inviata comunque una bolletta con l'affitto massimo. Questo crea un paradosso: se prima o poi sarà chiarito chi sono i 4mila in questione, gli affitti non riscossi, che sono ufficialmente il 39 per cento, potrebbero calare molto. Almeno questa è l'idea di Benelli. Per adesso la stima dei tecnici di Metropolitana milanese parla del 54 per cento di inquilini che paga regolarmente, il 27 quando può e il 19 che non versa mai un euro. MM ha anche presentato un primo bilancio sulla sicurezza: occupazioni tornate al livello del 2009, 1140; 686 appartamenti recuperati grazie a un nuovo appalto da 1,1 milioni di euro che garantisce alla partecipata comunale l'esecuzione dei piccoli lavori necessari per rimettere subito sul mercato l'immobile e 2630 interventi complessivi dei 14 uomini del gruppo tutela del patrimonio. Un resoconto che però non ha soddisfatto l'opposizione che ha contestato la relazione con Riccardo De Corato, di Fratelli d'Italia: «In 14 mesi di gestione da parte di Mm delle case popolari gli alloggi occupati sono scesi da 1420 a 1140, quindi ne sono stati liberati 280. Nel 2010 ne avevamo sgomberati circa 500. Contando che liberano un appartamento del Comune e due di Aler al giorno, quanto ci vorrà a risolvere il problema? Quanto al piano sulla sicurezza, le telecamere non sono ancora state installate e su 155 custodi ne sono stati ripristinati 6». I vertici di MM fanno risaltare il proprio lavoro confrontandolo con quello di Aler.

E Armando Sozzi, ex poliziotto responsabile del gruppo tutela del patrimonio, ha parlato di uno dei progetti pilota sulla sicurezza: 200 impianti antifurto installati in un unico stabile vicino a via Bolla. L'idea è di testarne l'efficacia e, in caso di riscontro positivo, applicare un allarme a ogni appartamento da collegare poi a una centrale operativa di MM.

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