La banda di usurai libici Vittime terrorizzate con minacce e pestaggi

All'arrivo dei carabinieri nella palazzina volavano dalla finestra Rolex d'oro e soldi

Una volante della polizia a Livorno
Una volante della polizia a Livorno

Due esempi delle tante minacce ricavate dalle intercettazioni: (...) Se a fine mese non sei pronto, vedi te come ti cucino quella bella faccia da porco che hai; (...). (...) Oh, non fare il furbo che all'una dobbiamo parlare, lascia a casa il bambino altrimenti ti prendo a schiaffi davanti a lui. Il tono di una delle conversazioni tra i complici: (...) Se tutto va bene stai tranquillo perché abbiamo un pollo da risucchiare, da mangiare tutto... Un pollo di uno... Fidati. È che ci sto lavorando un attimo sopra. E poi... Trac! Arrivi tu! Tranquillo. Uno dei messaggi ansiogeni lasciati nella segreteria telefonica di uno dei malviventi dalla vittima del momento: (...) Ho già prelevato i tuoi soldi e ho già il bancomat in mano da darti. Non riusciamo a vederci che almeno dopo io sono più tranquillo che sto veramente male per cortesia? Grazie.

Non solo parole, ma anche tanta violenza fisica. Sono veri e propri aguzzini i cinque uomini arrestati dai carabinieri della compagnia di Desio (Monza e Brianza) con l'accusa di usura ed estorsione. Almeno dieci le vittime che costringevano a pagare cifre altissime, per sanare i debiti contratti.

Le indagini dei militari dell'Arma, durate tre anni, hanno preso avvio nel 2019. Quando alcune vittime, non riuscendo a pagare il primo esoso debito, vennero indirizzate dal proprio creditore ad altri componenti del clan, per reperire il denaro necessario a liberarsi di lui. Per gli investigatori si trattava quindi di «un vero e proprio consorzio di denaro ottenuto a strozzo con interessi anche del 200 per cento».

A far scattare gli approfondimenti dei carabinieri della stazione di Limbiate coordinati dalla Procura di Milano, è stata una perquisizione in alcune abitazioni proprio a Limbiate, occupate da famiglie di origini libiche che - riferiscono i militari - «nel corso degli anni, hanno allacciato vincoli di parentela e amicizia con altri clan di pregiudicati, sia italiani che di origini libiche e marocchine». All'arrivo dei carabinieri sono iniziati a volare dai balconi pacchetti con dentro Rolex d'oro e mazzette di soldi. Al termine della perquisizione, i militari hanno ritrovato circa 50mila euro in contanti, assegni bancari post datati per circa 5mila euro, orologi Rolex - Tag Heur - Janvier (30mila euro di valore in tutto) e monili in oro per 5mila euro. A questo primo episodio sono seguite altre denunce: prima quella di un 37enne, sempre di Limbiate; poi le violenze raccontate da un piccolo imprenditore, caduto in pesanti difficoltà economiche a causa della dipendenza da cocaina e dalla separazione con la moglie. Tutte le vittime venivano pestate e minacciate prima di convincersi a recarsi dai carabinieri. È stato così anche per un 58enne di Bollate, nell'estate del 2021. In questo caso le vendette avevano coinvolto anche la moglie. Lui avrebbe ricevuto nel mese di dicembre 2020 un finanziamento di 40mila euro a fronte di una restituzione di 90.000 euro in rate mensili da 2mila euro. In caserma, poi, anche un 22enne che aveva raccontato il suo incubo di sette anni prima, quando per un prestito di 700 euro era stato costretto a contrarne altri con soggetti diversi per poter pagare le rate.

Alla fine aveva pagato 100mila euro a fronte di un debito di droga di 15mila euro.

L'indagine ha portato alla luce un giro di usurai ed estorsori «capace di autoalimentarsi, creando a cascata dei veri e propri debitori perenni».

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