Bene il bilancio e conti in regola per la Scala

(...) Però «anche i ricavi sono più alti. Finché aumentano i costi perché aumentano i ricavi, va bene così». In breve: la situazione è sotto controllo, ancora Sala, evasivo sui numeri esatti. In un recente incontro in Bracco, fra i mecenati dell'Accademia della Scala, il sovrintendente Alexander Pereira ha parlato di un budget di 123 milioni di euro sostanzialmente tripartito: un terzo delle risorse sono pubbliche, un terzo provengono dalla biglietteria e ricavi in proprio, quindi sponsor e soci privati. Una voce, quest'ultima, che è andata crescendo negli ultimi tempi.

Rimane ancora sul piatto la questione della pianta organica: da confermare a 893. È in corso la procedura di richiesta al ministero, i revisori dei conti stanno preparando una relazione che possa motivare questa eccezione, nel senso che l'organico massimo consentito per un teatro è di 800 dipendenti, questo surplus va dunque richiesto e motivato. E probabilmente, a supporto del sì definitivo, inciderà l'aumento delle dimensioni logistiche della Scala, che entro il 2021 conterà su una nuova struttura in Via Verdi, dietro al teatro: 17 piani per 4.500 metri quadrati calpestatili dove dislocare altri uffici e sale prove.

Altro punto all'ordine del giorno, la presidenza dell'Accademia della Scala: la bottega di talenti che conta 300 insegnanti e 1350 allievi, praticamente un'industria del sapere musical-teatrale con un bilancio di 7,3 milioni di euro. Al momento ne è presidente il sovrintendente stesso, Alexander Pereira. C'è chi vorrebbe diversificare. Si rimanda la soluzione definitiva ad altra data, «rimandiamo questo punto ad altro Cda, perché si vuole fare una riflessione anche sui componenti. La Scala ne nomina cinque e gli altri vengono individuati dall'Accademia su indicazione di altri soci». Quindi piccola rivoluzione in atto.

Infine.

Si avvicina il 7 dicembre, la fatidica Prima della Scala quest'anno in nome di Umberto Giordano e il suo Andrea Chénier, un altro tassello di storia francese dopo la Giovanna d'Arco del 2015. I riflettori di mezzo mondo sono puntati sul teatro che vive il suo momento di massima visibilità. Tale anche per i sindacati che - coesi - chiedono una risposta sul nuovo contratto.

Piera Anna Franini

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