Centri sociali e abusivi Aler: via Gola è terra di nessuno

Circondati e aggrediti i vigili del fuoco accorsi per spegnere un incendio appiccato ai cassonetti

Centri sociali e abusivi Aler: via Gola è terra di nessuno

Via Gola, all'angolo con via Pichi, poco dopo la mezzanotte di Capodanno. Tra botti e festeggiamenti i vigili del fuoco intervengono per domare il principio d'incendio nato da alcuni rifiuti lanciati in mezzo alla strada e a cui qualcuno aveva dato fuoco: immondizie, testiere di vecchi letti, materassi, un frigorifero. Non paghi dell'arresto di due di loro, catturati dalla questura la Vigilia di Natale dopo che avevano disegnato una scritta offensiva contro la polizia e lunga 15 metri sopra il muro della stazione ferroviaria «San Cristoforo» di piazza Tirana, un gruppo di anarchici del centro sociale «Cuore in Gola», insieme ad alcuni occupanti abusivi della case Aler della zona tra via Gola e via Borsi, hanno pensato di dar corpo alla loro ribellione durante i festeggiamenti per l'arrivo del nuovo anno. Così prima hanno accerchiato i pompieri tirando loro delle bottigliate, quindi sono arrivati addirittura a rubare le chiavi dell'autopompa. Solo l'intervento di tre «Volanti» e l'utilizzo di un'autobotte per disperdere la gente in strada, ha permesso infine ai vigili del fuoco di spegnere quello che ormai era diventato un rogo.

«Mentre ci lanciavano contro delle bottigliate, per alcuni attimi abbiamo temuto di non farcela. Non ci volevano permettere di compiere il nostro lavoro, è stata una vergogna» è il commento sdegnato che arriva dal comando provinciale dei vigili del fuoco.

Alla Digos tutto tace per il momento e non si parla di denunce. Tuttavia l'eccessiva attenzione attirata su di sé negli ultimi tempi da «Cuore in Gola» potrebbe aver messo le basi se non per uno sgombero in piena regola (almeno in tempi brevi) sicuramente per qualche «azione di disturbo» delle forze dell'ordine contro gli anarchici del Ticinese.

Il «rumore» del degrado di questa zona di spacciatori di cocaina, tra i Navigli e la Darsena, negli ultimi anni era stato celato dietro la riqualificazione edilizia ovattata ma al tempo stesso dirompente della zona e che si riflette negli show room di via Magolfa, nel Naba (Nuova accademia di Belle Arti) di via Darwin, proprio a due passi dell'ex sieroterapico di via Segantini, il lager dei tossicodipendenti dove i carabinieri della stazione Barona nel 2007 misero in atto un blitz in massa per risanarlo da chi si rintanava nelle stanzette per drogarsi.

I carabinieri fanno controlli straordinari continui nella zona dei Navigli e i militari della compagnia «Porta Magenta» sorvegliano la zona a sud ovest di Milano e la movida del Ticinese, arrestando una ventina di persone al mese. Lo fanno nascondendosi nei bauli delle vetture, scavalcando muretti e recinzioni, cercando disperatamente (e spesso senza successo) l'aiuto di portinai troppo impauriti dagli spacciatori nordafricani per rischiare di collaborare con i militari. Proprio per dinamiche di questo genere la strada si presta allo spaccio al minuto come poche altre vie di Milano. E gli acquirenti di stupefacenti che vengono ad acquistare di cocaina da queste parti arrivano sin dal Corvetto, da Ponte Lambro, cioè dall'altra parte della città.

«Spero che il centro sociale di via Gola venga sgomberato quanto prima e si ponga fine alla lunga serie di reati che i suoi affiliati compiono mettendo sotto assedio il quartiere» ha dichiarato l'assessore regionale alla Casa Stefano Bolognini.

«Ora il Comune non può più far finta di nulla, via Gola non può essere un'enclave che si sottrae alla legge dello Stato italiano, perciò occorre riportare la legalità in questa zona difficile della città» insiste Silvia Sardone, consigliere comunale ed europarlamentare della Lega. E conclude: «Altrimenti il prossimo Capodanno saremo qui a raccontare la solita storia di violenza e delinquenza».

«Un attacco simile era già accaduto tre anni fa, quando gli antagonisti del centro sociale appiccarono un incendio alle masserizie buttate in strada e poi lanciarono bottiglie e petardi sui pompieri - ricorda

infine Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza -. Si sarebbe dovuto procedere con lo sgombero immediato dopo quei fatti». Con il deputato della Lega Paolo Grimoldi che parla di «roba da banlieu parigina...».

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